
Urbani ricorda Gianni Agnelli: "Arrivò in Ferrari e andammo a tartufi"
“Ricordo che quando dalla finestra dell’ufficio ho visto l’elicottero che si avvicinava sono uscito sul piazzale, sapevo che a bordo c’era Gianni Agnelli ed ero piuttosto emozionato; appena atterrato gli sono andato incontro ma rimasi sorpreso perché l’Avvocato non c’era.
Due minuti col fiato sospeso ed eccolo arrivare al volante di una Ferrari, era un nuovo modello e mi disse che all’ultimo minuto aveva deciso di provarla. Con l’elicottero sarebbe tornato indietro”. Inizia così il racconto di Bruno Urbani, classe 1942, re indiscusso del tartufo a tutte le latitudini. Lo incontriamo nello stesso posto in cui Gianni Agnelli lo venne a trovare per la prima volta nell’inverno del 1991: Scheggino, nel cuore della Valnerina, terra conosciuta per aver dato i natali a Benedetto da Norcia e Rita da Cascia ma anche per essere madre generosa del fungo più pregiato che la natura abbia mai concepito: il tartufo. Qui c’è la sede storica dell’azienda Urbani che lavora 250 tonnellate di tartufo ogni anno servendo 80 Paesi con oltre 600 prodotti. Un asset strategico che vanta, tra l’altro, uno showroom a Manhattan. Bruno è il diretto discendente del fondatore, Carlo, e con lui al timone dell’azienda oggi ci sono i figli Gianmarco e Carlo e la nipote Olga. Oltre agli uffici e al reparto di produzione da cui escono ogni giorno confezioni destinate ad ogni angolo del pianeta, c’è anche l’Accademia del Tartufo: struttura in acciaio con grandi vetrate che si affacciano sulle meravigliose montagne circostanti, cucina super attrezzata e sale per i ricevimenti. Qui, tra i tanti ospiti illustri che sono stati accolti dalla famiglia Urbani, uno in particolare ha lasciato il segno per il suo carisma e per il legame che si è creato spontaneamente: Gianni Agnelli.
SERVIZIO DI ALFREDO DONI