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Umbria, modello contro la siccità: parte piano strategico Auri

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Sabrina Busiri Vici
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L’Umbria  si è conquistata riconoscimenti arrivati dal Cnr come modello territoriale nella lotta contro la carenza idrica. A segnare la strada è il piano strategico portato avanti dall’Autorità umbra rifiuti e idrico (Auri) finalizzato all’interconnessione dei tanti acquedotti presenti sul territorio in modo da ottimizzare le risorse idriche attuali sia a livello qualitativo che di impatto ambientale.

 

Il piano denominato Umbria resiliente prevede un sistema ad anello con due grandi interventi rappresentati dall’interconnessione della diga del Chiascio con i principali sistemi idrici regionali e dal potenziamento dell’alimentazione proveniente dall’invaso di Montedoglio costituiti da otto stralci progettuali per un budget complessivo iniziale di 150 milioni “che il rialzo dei prezzi delle forniture sicuramente farà lievitare sensibilmente”, precisano da Auri E, grazie a un avvio accelerato, oggi rappresenta un caso apripista nella progettualità della gestione delle risorse idriche. Tant’è che si è conquistato la ribalta nazionale nella trasmissione Presa Diretta su Rai Tre. Al centro della puntata di lunedì 13 febbraio, il conduttore Riccardo Iacona ha presentato proprio la strategia di Auri per creare un sistema idrico regionale capace di resistere ai fenomeni collegati al cambiamento climatico.

 


“La parola chiave è interconnessione. L’elemento caratterizzante del piano è l’utilizzo delle acque provenienti dall’invaso di Casanova sul fiume Chiascio, nonché un potenziamento dell’alimentazione proveniente dall’invaso di Montedoglio - riporta Sandro Rossignoli, dirigente Auri - L’obiettivo è quello di poter rifornire dai due grandi invasi gli schemi acquedottistici di tutti e tre i gestori, sia in condizioni ordinarie, sia soprattutto durante periodi di crisi garantendo la resilienza del sistema”.
Nelle prossime settimane partiranno i lavori relativi al primo lotto di 28 milioni, appaltati nel dicembre scorso, e finanziati prevalentemente dal Pnrr. L’intervento prevede complessivamente la costruzione delle opere necessarie per lo sfruttamento a fini idropotabili delle acque dell’invaso sul fiume Chiascio con termine ultimo dei lavori nell’anno 2026. 
Gli altri step si occuperanno di completare l’interconnessione della diga del Chiascio con i principali sistemi idrici regionali lungo la dorsale destra della regione fino al ternano amerino e l’interconnessione del sistema Montedoglio con il sistema lago Trasimeno, e successivamente con i comuni di Montegabbione, Monteleone d’Orvieto, Fabro e Parrano lungo la dorsale sinistra. 
“Tutti gli altri progetti per andare avanti avranno bisogno di ulteriori finanziamenti dal Ministero delle infrastrutture - conclude Rossignoli - con la sola tariffa pagata dai cittadini non sarebbero sostenibili. Il nostro impegno è quello di lavorare con le istituzioni per ottenere rapidamente i finanziamenti necessari”.