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Umbria, ristoratori: "Neppure chi esce dall'Alberghiero oggi fa il cameriere"

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Anche nell'Umbria del lavoro mancano i candidati qualificati. E’ questa la risposta che danno, secondo le statistiche, molte imprese alla ricerca di personale.

 

E questo ripetono soprattutto ristoratori e albergatori con organici costantemente sottodimensionati. Cuochi, camerieri, barman e addetti al settore turistico mancano. Nel trimestre in corso si registra una previsione di oltre 1.550 richieste su 15 mila entrate nel mondo del lavoro 
 “La mancanza di profili professionali adeguati sia per la sala che per la cucina è un problema che ci trasciniamo da lungo tempo. Non è certo dell’ultim’ora”, puntualizza Romano Cardinali, presidente di Fipe-Confcommercio. “Anche i giovani che hanno intrapreso - prosegue - la formazione negli istituti alberghieri quando escono si indirizzano altrove”. Per non parlare degli stagionali: “Figure ormai scomparse”, rilancia Cardinali. Dipende dalla paga? “No credo proprio, posso dire che un cameriere di terzo livello ha una retribuzione mensile di circa 1.500 euro”. 

 


Anche Alberto Guarducci, titolare dell’hotel Giò a Perugia, lamenta da tempo la carenza di personale ma è pronto a farne una questione legata al calo demografico che interessa tutti i settori e non solo il comparto del turismo. “E’ ovvio che nei  prossimi mesi le figure più ricercate saranno soprattutto quelle legate al turismo perché siamo in stagione perciò sale la richiesta da parte degli operatori. La mancanza di candidati resta, comunque,  generalizzata. E  non dipende dal welfare o dal  reddito di cittadinanza. Mancano lavoratori punto”. E Guarducci aggiunge: “Più che comprensibile che i giovani si interessino ad altri ambiti, in alberghi e ristoranti si lavora il sabato, la domenica con orari scomodi”. Guarducci conclude con un’analisi più ampia: “Da venti anni la politica dibatte dei barconi di Pantelleria senza affrontare il tema dell’immigrazione in maniera seria. Con una battuta direi che più che di blocchi navali dovremmo occuparci di prendere all’estero lavoratori con i taxi”.