Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Umbria, Regione vara nuove procedure per la cattura dei cinghiali con le trappole

Esplora:

Alessandro Antonini
  • a
  • a
  • a

La Regione Umbria ha definito e deliberato le “procedure autorizzative e gestionali” dell’attività di contenimento della specie cinghiale “mediante trappolamento”. Vengono così forniti al mondo agricolo “procedure e strumenti efficaci per la prevenzione diretta degli effetti derivanti dalla presenza del cinghiale”, anche in chiave di prevenzione della peste suina africana.
Le norme ed i regolamenti in vigore già individuano la tecnica del trappolamento tra quelle autorizzabili “ma appare opportuno fornire un profilo procedurale omogeneo a livello regionale, identificando i passaggi di attivazione delle attività di contenimento, dalla richiesta di autorizzazione alla rendicontazione degli interventi e delle attività conseguenti alla cattura ed identificando inoltre i soggetti in capo ai quali possa essere attribuita la responsabilità delle varie fasi del contenimento”, è scritto nella delibera approvata mercoledì in giunta regionale.

 

 


Sono stati anche definiti gli aspetti legati all’utilizzo e alla destinazione dei capi soppressi a seguito di cattura. Ogni agricoltore può chiedere l’autorizzazione a installare (fase di cui si occupa l’Atc) la trappola in metallo alla Regione o all’associazione di categoria. “Al momento dell’attivazione della gabbia o recinto, corredati dell’apposita targhetta metallica identificativa fornita dalla Regione, deve essere fatta apposita comunicazione al locale comando stazione dei carabinieri forestali. E una volta abbattuto il cinghiale catturato deve essere redatto apposito verbale”. La delibera arriva quasi in contemporanea col ddl del governo per la caccia di contenimento nelle aree urbane e nei parchi.

 

 

Secondo il presidente nazionale di Federcaccia, l’umbro Massimo Buconi, “ben vengano questi provvedimenti, che contribuiscono ad evidenziare questa che è un’emergenza e danno copertura normativa ad attività già attuate in alcune regioni. Detto questo, per quanto rigurda la caccia in aree urbane, non si vedranno certo cacciatori in giro per le vie delle città a sparare a cinghiali nei pressi di scuole o abitazioni”. Si tratterà invece di battute controllate e mirate in aree urbane vicini a zone boscate come già avviene ed è avvenuto ad esempio due anni fa a Perugia a Parco Santa Margherita. L’avvocato ambientalista Valeria Passeri invece riferendosi al ddl parla di “norme che sono manifestamente in contrasto con le direttive comunitarie e con gli articoli 3 e 9 della Costituzione. L'abnormità di tali disposizioni, qualora dovessero entrare in vigore, verrà sancita da sentenze della Corte Costituzionale al primo momento utile, quando verrà sollevata la questione della loro legittimità”.