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Umbria, Regione dà l'ok all'acquisto di 19 bus elettrici: per l'idrogeno ancora non c'è mercato

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Alessandro Antonini
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Il mercato dell’idrogeno è ancora un salto nel buio e la Regione preferisce optare per l’energia rinnovabile più “stabile”: quella elettrica. Giusto ieri è stato disposto l’acquisto di 19 nuovi bus elettrici sulla piattaforma Consip. Ad effettuarlo sarà l’Agenzia dei trasporti - è il primo da quando è stata creata - che oltre all’Iva non paga oneri di ammortamento. Con 10,3 milioni ecco 19 bus da consegnare entro il 2023. Per rifare tutto il parco mezzi da 670 pullman ne mancano ancora 500. E al momento non è l’idrogeno - nonostante sia uno dei capisaldi del Pnrr - il tipo di energia prescelto. Mancano le infrastrutture per l’approvvigionamento. Non solo. Il costo sul mercato è troppo alto: i mezzi costano i doppio di quelli elettrici, già più onerosi di quelli a carburante tradizionale. Al momento, sottolineano gli uffici regionali, c’è solo un produttore a livello europeo. L’idrogeno resta sì la rinnovabile del futuro. Non del presente, però.

Lo stesso Comune di Terni, pur assicurando che il progetto finanziato per l’idrogeno resta valido e vedrà la luce, per i due bus a idrogeno annunciati nella nuova flotta di bus di piccole dimensioni con i fondi Pnrr c’è stata una “riprogrammazione” a favore dell’elettrico. Perché al momento c’è poco mercato per l’idrogeno e gli stanziamenti non coprono i costi operativi reali. Così ha fatto anche la Regione, che in base al decreto poteva scegliere l’idrogeno ma non l’ha fatto. I 19 nuovi bus dovranno essere collaudati entro il gennaio 2024.

La strada dell’Agenzia è stata improntata a una previsione di risparmio. “L’esigenza di rimodulare opportunamente il cronoprogramma degli investimenti precedentemente previsto - è scritto nella delibera - si è reso necessario per la particolare situazione del mercato globale che non permette, ad oggi, una previsione di come varierà nel tempo il costo delle materie prime necessarie alla realizzazione dei veicoli”.