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Cherubini, il Perugia, calciatori e agenti: così l'Umbria nelle 544 pagine della Procura di Torino contro la Juve

Un dirigente bianconero spinge il bomber di Assisi a Pescara ma lo sminuisce: “Non lo prenderei mai”

Nicola Uras
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Che il Perugia avesse ottimi rapporti con la Juventus non c’era certo bisogno di scoprirlo sbirciando le carte in cui la Procura di Torino ipotizza che il club piemontese abbia alterato i bilanci degli ultimi tre anni (quelli approvati nel 2019, 2020 e 2021) attraverso scambi tra giocatori e manovre sugli stipendi. Il Perugia con la Juve ha fatto tante operazioni di calciomercato nell’era Santopadre, dalle cessioni di alcuni gioiellini delle giovanili (Curti e Ranocchia), a prestiti di calciatori più o meno validi (da Spinazzola a Coccolo) sino a operazioni più ampie (Magnani e Leali). La Procura mette però nero su bianco che ad avere partnership e “opacità” nei rapporti di debito/credito con la Juve sono Sampdoria, Atalanta, Sassuolo, Empoli e Udinese. Non il Perugia che invece spunta in una mail – agli atti – che Federico Cherubini invia a Fabio Paratici e per conoscenza a Claudio Chiellini, collaboratore dell’area tecnica. E’ il 27 maggio 2020 e i campionati sono fermi causa lockdown Covid e il dirigente fa il punto della situazione sulle operazioni di mercato utili in funzione bilancio, definite “manovre correttive”, con alcuni club italiani e altri esteri. Nella lista, insieme a Pescara, Parma, Empoli, Vicenza e Pisa, c’è il Perugia. Ma mentre gli altri sono accompagnati dai nomi dei calciatori interessati alle operazioni, incuriosisce quanto scrive Cherubini sulla società di Pian di Massiano: “attesa definizione societaria: cambio diesse. Aspettare dieci giorni”. Dunque Cherubini, mentre il Perugia ancora non poteva immaginare che la situazione in campo sarebbe precipitata sino all’incredibile retrocessione del 14 agosto, sapeva di tensioni tra Roberto Goretti e Massimiliano Santopadre e della decisione dell’uomo mercato di lasciare il club biancorosso che invece trapelò solo a estate inoltrata. In ogni caso Cherubini conta sul canale aperto da tempo con il Perugia.

 


Nelle 544 pagine che hanno costretto alle dimissioni Andrea Agnelli e l’intero Cda bianconero, c’è un po’ di Umbria. Non solo Cherubini che con la “lista nera Fabio Paratici” ha contribuito a definire il ruolo dell’ex dirigente bianconero e che dopo il passaggio al Tottenham si è trovato a gestire una situazione finanziare e tecnica fuori controllo e molto complessa. In una intercettazione, si sfoga così con il dirigente Stefano Bertola: “Lavoriamo su un pregresso troppo pesante, è stato il mio oggetto di discussione con Paratici. Una coda lunghissima. In un contesto di normalità non puoi fare Leonardo Spinazzola per Luca Pellegrini, non puoi farlo. A marzo si parlava di fare 300 milioni di quelli eh (plusvalenze, ndr). Ho avuto delle sere che tornavo a casa e mi veniva da vomitare. Io perché sono andato in difficoltà? Sentivo che mi stavo vendendo l’anima. Dovevo dire a Fabio che non ero d’accordo, ma poi se lui diceva si va, si va. Gli dicevo di sistemare la cosa, di togliere i ragazzi da operazioni da 10 milioni, ma lui ‘non capisci un cazzo come facciamo da 4 facciamo da 10’…”. 

 



Nelle operazioni della Juve oltre al folignate Spinazzola, anche Matteo Brunori. L’attaccante assisiate è nel mirino del Pescara e Giovanni Manna, dirigente Juve U23, racconta a Graziano Ursino responsabile scouting del club bianconero: “Di solito con Sebastiani facciamo ragazzini, ma questa operazione pur di farla la fa senza fa imbrog… cioè miscugli, quindi capisci quanto ti vogliono?” spiega riferendo l’opera di convincimento fatta sul calciatore. Poi Manna sempre al suo interlocutore dice riferito al calciatore assisiate “madonna, non lo prenderei mai”. Brunori poi esce dal giro Juve e diventando un giocatore del Palermo esplode (32 gol in 51 partite in rosanero), tenendo fede a quanto di buono si diceva sulle sue qualità. Nella lista degli agenti di calciatori stilata dalla Procura di Torino circa mandati fittizi, contabilità in nero o fatture per operazioni inesistenti ci sono 13 procuratori, tra cui il bastiolo Michele Fioravanti. Nel prospetto stilato dai dirigenti bianconeri al 25 gennaio 2020 su debiti contratti con gli agenti, circa 8 milioni, al procuratore umbro vengono ricondotti 300mila euro per il trasferimento del centravanti Rosseti (2014/2015), la cessione del centrocampista Appelt (2015/2016) e saldo cessione Appelt (2018/2019). Dall’analisi del prospetto la Procura, con tanto di tabelle, spiega che i dirigenti bianconeri riescono a liquidare 45 mila euro del debito di 300 inserendo Fioravanti sul rinnovo contrattuale della Juve a Filippo Ranocchia (altro perugino, ndr) e sui trasferimenti di Brunori al Pescara (e poi anche all’Entella). Così ha funzionato il calcio in Italia.