
Orvieto, Totò Cascio, da Nuovo Cinema Paradiso alla cecità: "Ora che ho perso la vista ci vedo di più"

Ha perso quasi del tutto la vista, ma ha recuperato il sorriso. Ha attraversato un dolore indicibile e fatto pace con se stesso e con la vita che gli ha dato e tolto tanto, fino a trasformare in condizione la sua condanna.
Oggi che di anni ne ha appena compiuti 43, Salvatore Cascio, per tutti Totò, come il bambino di “Nuovo Cinema Paradiso” a cui, nel 1988, ha prestato volto e sogni, si dice grato di ciò che ha. Si è accettato, non rassegnato. E, forte della sua fede, del coraggio e della consapevolezza acquisita, è tornato a vivere a testa alta.
Totò Cascio, da Nuovo Cinema Paradiso alla malattia della retina: "Vedo pochissimo"
Lo ha testimoniato lui stesso, volato in provincia di Terni, a Orvieto, dalla Sicilia per partecipare ad una visita tattile in Duomo e ad un incontro pubblico al palazzo del Popolo dimostrando che dietro il personaggio c'è una persona, autentica e bellissima. E una storia, struggente e potente, come quella della pellicola di cui è stato protagonista.
Merito dell'allora 33enne Giuseppe Tornatore, che lui chiama affettuosamente Peppuccio, che lo affiancò a Philippe Noiret. Profetiche le parole del suo personaggio, Alfredo, “Ora che ho perso la vista ci vedo di più”. Girato principalmente nella sua Palazzo Adriano, in provincia di Palermo, dove è stato anche allestito un museo dedicato, il film, che nel 1990 si aggiudicò l'Oscar, nel 2023 diventerà una serie tv.
Per anni, per vergogna, Totò ha preferito far credere che il cinema si fosse dimenticato di lui. È stata, invece, la retinite pigmentosa con edema maculare, una rara forma di cecità ereditaria che colpisce circa una persona su tremila, che gli ha procurato una perdita progressiva, irreversibile e quasi totale della vista a farlo rinunciare ad una carriera che adesso ha ripreso in mano.
Totò Cascio: "Parlare della mia retinite pigmentosa è terapeutico"
Nuovi progetti, infatti, lo attendono ora che ha trovato l'uscita dal quel labirinto in cui si era rinchiuso, come racconta nel corto “A occhi aperti” realizzato da Movimento Film con Rai Cinema per Fondazione Telethon. E nel libro autobiografico “La gloria e la prova. Il mio Nuovo Cinema Paradiso 2.0”, con postfazione di Andrea Bocelli.
Sulla Rupe la 55esima presentazione, la prima in Umbria, è stata insieme memoir cinematografico e racconto di formazione e rinascita. L’occasione, la Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità, che ogni anno il Lions Club, insieme a scuole, associazioni e istituzioni, è impegnato a celebrare con service e azioni di supporto all'accessibilità del patrimonio artistico.
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Totò Cascio in "A Occhi Aperti" racconta la retinite pigmentosa