
Terni, omicidio di Borgo Bovio: incastrato dalle telecamere il nigeriano arrestato

Ha un nome e un volto il giovane accusato dell’omicidio di Ridha Jamaaoui, il 39enne tunisino ucciso a pugni e calci la sera di domenica 27 novembre 2022 in via Romagna, a Borgo Bovio, quartiere di Terni. Gli elementi raccolti dai carabinieri, nelle indagini coordinate dalla locale procura della Repubblica, hanno portato in carcere il 26enne nigeriano Samuel Obagbolo, incensurato e padre di famiglia come l’uomo che è accusato di aver ucciso.
Arrestato un 26enne accusato dell'omicidio del tunisino a Borgo Bovio
Nella tarda mattinata-primo pomeriggio di martedì 29 novembre 2022, nel corso di una conferenza stampa convocata a stretto giro presso il comando provinciale dei carabinieri di Terni, il procuratore capo, Alberto Liguori, ha ricostruito i contorni della vicenda. All’incontro con i giornalisti erano presenti il comandante del provinciale del carabinieri di Terni, colonnello Davide Milano, che ha fatto gli onori di casa, il comandante del reparto operativo, tenente colonnello Marco De Martino, il comandante della Compagnia di Terni, maggiore Valentino Iacovacci, il capitano Francesco Caccetta, comandante del nucleo investigativo, e il comandante della sezione operativa tenente Alessandro Gianforte.
Il procuratore Liguori ha ricostruito la dinamica di quanto avvenuta, secondo le risultanze investigative, messe insieme attraverso le testimonianze di diverse persone presenti al momento della tragedia, o comunque informate dei fatti, e soprattutto delle telecamere di videosorveglianza di un’attività commerciale privata e anche dell’Ast.
Omicidio di Borgo Bovio. Indagini a una svolta. Sotto torchio un immigrato
C’è da dire che la prima ricostruzione, nell’immediatezza dell’evento, si è rivelata azzeccata. Un nigeriano, in sella a una bicicletta, era stato in qualche modo urtato da un’auto, alla cui guida c’era un ternano. Tra i due si era acceso un diverbio, acuito dal fatto che il nigeriano in bici era completamente ubriaco, poi sfociato in un pestaggio dell’italiano investitore (“Ha picchiato come un fabbro”, ha detto il procuratore) nei confronti del ciclista extracomunitario.
A quel punto però – e questa è una cosa da chiarire e approfondire – sono spuntati sulla scena come dal nulla il tunisino, poi purtroppo deceduto, e un amico del nigeriano, il 26enne arrestato. Quest’ultimo ha picchiato il tunisino fino a causarne la morte, sempre secondo l’ipotesi accusatorio, mentre non ha alzato un dito contro il ternano, un aspetto questo abbastanza incomprensibile.
Al nigeriano finito nel carcere di Spoleto (a vocabolo Sabbione martedì mattina non c’era posto) si è risaliti anche grazie agli indumenti che indossava, visto che ne sono stati trovati di identici nella sua abitazione. Nelle prossime ore l’arrestato verrà sottoposto a interrogatorio di garanzia, per sentire la sua versione dei fatti, visto che finora non ha rilasciato dichiarazioni spontanee. Verrà anche calendarizzata l’autopsia per capire quali dei fendenti subiti dal tunisino abbiano avuti gli effetti letali.
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