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Umbria, giornata in memoria delle vittime della strada: servono più controlli

Sabrina Busiri Vici
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Numeri che grondano sofferenza: le vittime della strada, dopo la pandemia, stanno salendo vertiginosamente. Dall’inizio dell’anno i dati mostrano in Italia una media di 8 morti e 602 feriti al giorno, con un aumento del 24,7% rispetto al 2021 e l’incremento dell’Umbria è in linea con il dato nazionale.

 

Nella Giornata mondiale del ricordo delle vittime della strada, che si celebra domenica 20 novembre, a Perugia alle 15 in sala della Vaccara (Palazzo dei Priori), l’Associazione italiana familiari e vittime della strada (Aifvs) farà un incontro di riflessione e commemorazione con l’accensione simbolica di una candela.
“Servono necessariamente maggiori controlli soprattutto nelle zone della movida”, esordisce l’avvocato Gianmarco Cesari, giurista di Aifvs che sarà presente all’incontro odierno. I dati dimostrano l’aumento di incidenti causati da infrazioni, in particolare da persone alla guida in stato di alterazione per alcol o stupefacenti. Un fenomeno che si va alimentando e che l’associazione cerca di arginare portando avanti la richiesta di riforme e iniziative racchiuse in una petizione firmata finora da 37 mila persone (l’obiettivo è di arrivare a 50 mila) che si può leggere e siglare nel sito https://vittimedellastrada.org.

 

“In particolare, la petizione segue la pubblicazione di un manifesto indirizzato ai candidati parlamentari nel periodo pre elettorale”, spiega l’avvocato Cesari. Tra le richieste, oltre a quella di maggiori controlli, si riportano pure la necessità di costituire un’autorità unica preposta per la gestione stradale; l’istituzione di un sistema di sanzioni per chi non rispetta gli standard di sicurezza nella gestione stradale; la targhettizzazione delle strade in modo da rendere immediatamente noto chi gestisce i tratti viari. E poi l’introduzione di tecnologie nei mezzi di trasporto come un alcoltest interno che blocca la partenza a chi si trova in stato di alterazione; l’abolizione di segnali di postazione autovelox in modo da responsabilizzare chi guida. E ancora maggiore formazione ed educazione nelle scuole, nei mezzi di comunicazione ma anche l’introduzione di verifiche periodiche sulle competenze del codice della strada da parte di chi ha già preso la patente; l’ottenimento della parità processuale tra vittime e imputati con la modifica dell’articolo 111 della Costituzione e la necessità di attivare corsie preferenziali nei processi che riguardano le vittime della strada (“A oggi non esiste celerità nei processi”, puntualizza Cesari). 
Molto importante anche l’introduzione nelle strade cittadine del limite di 30 chilometri orari. “In proposito ho scritto al sindaco di Perugia Andrea Romizi, per introdurre questi limiti in città come sta avvenendo già a Bologna”, riporta Patrizia Ramponi. “Mio figlio Andrea - racconta - è stato ucciso da un anziano con gravi patologie a cui era stata rinnovata la patente in una autoscuola privata quattro mesi prima dell’incidente mortale firmando l’autocertificazione. Prevenire l'incidente è un obbligo per chiunque abbia responsabilità decisionali nulla può compensare una vita distrutta o la salute danneggiata per sempre”.