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Perugia, il commercio che resiste

Sabrina Busiri Vici
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Il commercio a Perugia non è fatto solo di saracinesche che si alzano e si abbassano negli anni e insegne che cambiano nome. Ma anche di resistenza e resilienza. C’è chi tiene duro da quasi un secolo e oltre. Portando avanti il negozio di generazione in generazione. Commercianti che reagiscono allo spopolamento dell’acropoli, alla supremazia dei centri commerciali, alla crisi del piccolo. C’è chi continua a rappresentare una attrazione per la città come l’Antica latteria di via Baglioni, una sorta di tempio dei latticini, in particolare della panna. Dietro il bancone ci sono Umberto e Francesco Olmati, rispettivamente padre e figlio. Nel 2025 la latteria compirà cento anni. Un traguardo straordinario. “Il nostro segreto? La qualità dei prodotti e la panna ancora montata a mano”. Francesco nel parlare indica un quadro appeso alla parete dove si legge la storia.

 

 

La nascita nel 1925 per iniziativa di sei facoltosi perugini che da produttori di latte decidono di espandersi anche alla produzione dei derivati. La cooperativa, Latteria sociale presieduta da Pascoletti, ha inizialmente sede a Ponte San Giovanni ma subito dopo si trasferisce in centro storico, in via della Gabbia, e negli Trenta nell’attuale sede di via Baglioni. La ditta si espande e fautori del successo sono Armando Venti, Pietro Cunambiagio, Italo Saccoccini e, appunto , Umberto Olmati entrato nel ‘54 come ragazzino di bottega. Quest’ultimo assume le redini negli anni Novanta e, poi, subentra il figlio Francesco oggi quarantenne. “Cerchiamo di conservare la tradizione anche nell’arredamento del locale”. Si possono, infatti, ammirare all’interno le vecchie mattonelle del 1930 cotte nel forno di Monteluce e dipinte con scene di vita delle fattorie olandesi e arabe dal maestro Federico Berardi, detto il Biffo.

Il periodo più felice del commercio in città? “Gli anni Ottanta - risponde Francesco -, si guardava più alla qualità che la prezzo. Sebbene ora abbiamo una clientela più variegata dai giovanissimi agli anziani e siamo anche diventati un riferimento per i turisti attratti dal nostro caffè con panna”. 
Un’altra eccellenza è Balducci arredamenti in via Sant’Ercolano aperto dal 1896. A gestire l’attività c’è Diana Terzetti, per anni in società con la suocera Anna Balducci. Il negozio nasce con Nello Balducci a inizio secolo, artigiano specializzato nell’intarsio, poi a metà degli anni Sessanta la conversione. Dai mobili a tendaggi, tappeti, stoffe, passamaneria ricercata, cuscini, frange e mappi. Pezzi unici che hanno portato clienti da tutto il mondo prima ancora dell’avvento dell’online.

 

 

“Già trent’anni fa spedivamo e parlavamo al telefono con il Giappone e gli Stati Uniti, oltre che con la Germania e l’Olanda”, racconta Terzetti. Tuttora il fascino del negozio rimane inalterato, l’atmosfera unica, un posto per intenditori “ma internet ha reso tutto raggiungibile e possibile perciò non è facile preservare l’unicità che ci contraddistingue”. Per la signora Diana la ricetta della resistenza è comunque la passione. “Per me conta il rapporto con il cliente, mi piace vedere le persone soddisfatte, e avere cura di loro”. Un altro segreto: un tocco di creatività personale che arriva dalla sua formazione di interior designer “serve a rimanere unici anche nella globalizzazione”.
L’Antica Latteria e Balducci arredamenti rappresentano uno spaccato della vita economica e sociale della città da salvaguardare con ogni mezzo. 
In un momento difficile come questo fare un giro in queste realtà può risvegliare la voglia di fare.