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Umbria, sempre più famiglia a rischio usura per il caro bollette

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Mille euro al mese ormai non bastano più. E per chi non riesce a pagare le bollette il pericolo di finire nelle mani degli strozzini può diventare concreto. Si comincia chiedendo aiuto a un amicoal vicino di casa, al tizio che nel quartiere dimostra una certa comprensione per poi finire in una spirale senza ritorno. Fausto Cardella, presidente della Fondazione per la prevenzione dell’usura, parla di un rischio concreto per un numero sempre più alto di famiglie. Nei mesi scorsi la Fondazione si è fatta promotrice di una iniziativa importante contro il caro bollette mettendo a disposizione 120 mila euro per supportare i nuclei in difficoltà. Il risultato è emblematico: in meno di due mesi sono state aiutate circa cento famiglie in tutta l’Umbria toccando con mano le difficoltà in cui versano soprattutto i nuclei monoreddito mentre quelli con due redditi disponibili stanno reggendo maggiormente l’urto. “Ma in generale il pericolo di cadere nelle mani degli usurai sussiste anche quando si tenta di far fronte a debiti di poche centinaia di euro”, evidenzia l’ex procuratore Cardella. E l’accesso al credito sta diventando sempre più difficile, persino quando a fare da garanzia c’è una istituzione come la Fondazione per la prevenzione contro l’usura. E’ chiaro che i più esposti a rischio usura sono piccoli commercianti, artigiani e partite Iva che pagano i rincari due volte, come imprenditori e come padri (o madri) di famiglia.

 

 

 

 

 

 

 

 

Il centro studi della Cgia di Mestre conta, per l’Umbria, 3.246 imprese in sofferenza: si tratta di piccole attività commerciali o industriali che sono scivolate nell’area dell’insolvenza e, conseguentemente, sono state segnalate dagli intermediari finanziari alla Centrale dei rischi della Banca d’Italia. Gli imprenditori che finiscono in questa black list non sempre lo devono a una cattiva gestione finanziaria della propria azienda. Nella maggioranza dei casi, infatti, questa situazione si verifica a seguito dell’impossibilità da parte di molti piccoli imprenditori di riscuotere i pagamenti dei committenti o per essere “caduti” in un fallimento che ha coinvolto proprio questi ultimi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I rincari energetici, dunque, stanno di giorno in giorno aggravando una situazione già resa complicata dalla crisi prima e dall’emergenza Covid poi. Non confortano i dati della Direzione distrettuale antimafia per il secondo semestre 2021 che evidenziano un aumento esponenziale dell’usura in Umbria come nel resto d’Italia. Che fare? Per l’ex procuratore Cardella l’unica strada percorribile è quella di “unire le forze”. “Bisogna fare rete - spiega il presidente della Fondazione - pubblico e privato insieme per contrastare il fenomeno e aiutare chi è in difficoltà. Famiglie, piccoli imprenditori, artigiani e commercianti devono capire che non sono lasciati soli. La Fondazione può aiutarli a trovare una soluzione prima che finiscano nella spirale”. Prevenire è la parola d’ordine.