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Umbria, distributori di carburante: c'è chi spegne le luci e chi chiude

Sabrina Busiri Vici
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In Umbria distributori di carburante a rischio, c'è che spegne le luci e chi chiude. Il costo dei carburanti aumenta e i margini di guadagnano si assottigliano e poi si riducono ancora con gli aumenti dei costi delle bollette e delle spese sui pagamenti in moneta elettronica. Un sistema che mette a rischio il settore dei distributori sia nell’occupazione che nell’attività. E nel si salvi chi può: c’è chi pensa di riconvertire gli impianti; chi limita gli orari di apertura; chi spegne le luci; chi riduce il personale e chi arriva addirittura a chiudere. “L’aumento attuale del prezzo del carburante, dalla benzina al metano, non fa che far salire i nostri costi e assottigliare i nostri ricavi - spiega Roberto Proietti Barsanti, ternano, Faib Confesercenti Umbria -. Questo succede anche per l’utilizzo della moneta elettronica. Il meccanismo è tale che se aumenta il costo del prodotto del 15% altrettanto sale quanto paghiamo di moneta elettronica. E a questo si aggiungono la maggiore esposizione finanziaria e il caro bollette”. Da qui l’inevitabile: “Alcuni gestori staccano le luci o limitano gli orari di apertura”. Un impianto medio, secondo i calcoli di Proietti Barsanti, per far fronte ai rincari solo della luce dovrebbe arrivare a vendere 5 mila litri in più al mese. Impensabile.

Giulio Guglielmi, presidente di Figisc Confcommercio pone l’accento su un calo generalizzato dell’erogato che va dal 10 al 15%. La parola d’ordine, dunque, è navigare a vista come sottolinea Manuela Castellani, titolare di Automigliorgas, cinque distributori di prodotti gassosi in via Tuzi a Perugia e nelle frazioni di Balanzano, Ellera, Ponte Rio, Santa Sabina e Taverne d Corciano. Quaranta dipendenti per un "retista" in buona salute ora alle prese con le criticità contingenti. “Nei prodotti gassosi c’è stato un rincaro generalizzato a eccezione del gpl, diminuito rispetto al metano. Da qui la corsa di molti a riconvertire gli impianti. Noi stiamo cercando di tenere il timone ben saldo per garantire l’occupazione alle nostre maestranze ma già sappiamo che a fine anno avremo difficoltà a rinnovare due contratti a termine”. C’è anche chi sottolinea che l’andamento attuale dei prezzi ha spinto le vendite di benzina, con prezzi ora più stabili . “Spesso siamo noi operatori delle pompe di carburante a prenderci gli improperi degli automobilisti - aggiunge Pasquale Falcone dell’Ip di Perugia, davanti al Capitini - ma non siamo noi a stabilire i prezzi. In media qui da noi mettono meno carburante ma il calo è stato compensato dall’aumento del numero dei clienti: con il maxi rincaro del metano (che noi non vendiamo) è aumentata la vendita della benzina”. “Il calo dell’erogato c’è stato perché i clienti con i prezzi che ci sono mettono meno carburante - spiega Fabrizio Gramacci a della pompa Moretti di Schiavo di Marsciano - e il fatturato è rimasto per lo più invariato. I prezzi non dipendono da noi e anche noi li subiamo”. Sempre Moretti in via della Barca, a Marsciano, ha interrotto la vendita del metano per auto in vista di un cambio di fornitore. Previsioni grigie anche per Daniele Trentini della stazione Ip di Castiglione del Lago: “Il carburante è in continuo aumento. In una settimana, da martedì 4 a martedì 11 ottobre, il diesel è salito di 15 centesimi, la benzina di 10. E non finirà qua. Anche il metano non vede via d’uscita, adesso è raddoppiato rispetto al passato”.


Se i distributori soffrono il caro carburante, i clienti più assidui e più deboli, ovvero dagli autotrasportatori ai pendolari, sono alle prese con i conti per rientraci a fine mese. “Come spese vive, ovvero carburante, autostrada e urea, l'aumento per una motrice tre assi è di circa 100 euro a viaggio, che per noi sono un migliaio di chilometri. Se contiamo che in un mese un camion fa in media otto viaggi, ecco che arriviamo a 800 euro - dice Diego Nappini, autotrasportatore - Non ce lo aspettavamo, ma nonostante tutto ancora lavoriamo grazie agli aumenti ricevuti, altrimenti saremmo fermi”. 
Sulla stessa linea Antonello Foscoli, ambulante prodotti ittici: “Noi oltre all’aumento di diesel e benzina abbiamo notato un aumento della merce di circa il 30%, a cui va sommata la crescita dei prezzi delle materie prime. Con la pandemia abbiamo lavorato bene, adesso facciamo più fatica e sicuramente il caro carburanti non ci aiuta, però continuiamo ad andare avanti stringendo i denti”. Costi aggiuntivi anche per Giovanni Peraio, studente universitario pendolare: “Per uno studente che si muove quotidianamente questi rincari rendono tutto più difficile. L’abbonamento del bus a prezzo ridotto, ora introdotto, è una buona soluzione, ma abitando in zone periferiche non ci sono mezzi che mi permettono di arrivare a Perugia in tempi brevi e negli orari che mi servono. Andrebbero migliorate le linee, anche notturne, per permettere di usufruirne di più”.