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Caro energia, in Umbria metano per auto tocca quota 4 euro al chilo: distributori chiusi

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Alessandro Antonini
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Il metano per auto in Umbria tocca e supera quota 4 euro. Con i distributori costretti a chiudere per mancanza di clienti. Ma anche benzina e diesel aumentano. 
E’ quanto risulta dall’ultimo aggiornamento dell’osservatorio prezzi del Ministero dello sviluppo economico. Ogni gestore per legge è obbligato a comunicare i prezzi praticati settimanalmente e gli aggiornamenti per eventuali aumenti infrasettimanali.


Sul fronte metano a Foligno in via Romana Vecchia (rilevazione dell’8 ottobre, ore 22,59) si va con 4 euro al chilo in modalità servito. Sostanzialmente stessa quota - 3,999 - a Ellera in via Nilde Iotti, via Togliatti a Corciano (rilevazione del 7 ottobre) e a Pantalla di Todi (8 ottobre). Con prezzi del genere scatta la chiusura. Proprio a Pantalla è stato affisso un cartello con su scritto: “Causa continui e forti aumenti del gas naturale ci troviamo costretti a sospendere temporaneamente la vendita del metano”. Sempre nella Media Valle del Tevere, a Collepepe, via della Barca, il distributore (anche questo chiuso) ha comunicato al Mise un prezzo evidentemente provocatorio: 9,999 euro al chilo. Succede ormai da settimane. L’ultima rilevazione in questo caso è del 7 ottobre scorso. 
Sui 36 distributori monitorati nella provincia di Perugia 8 sono sopra i 3 euro al kg, 10 a 2,999. Per risparmiare - restando nella provincia di Perugia - bisogna andare in Altotevere e Lago, dove le pompe stanno tra i 2,199 (tipo quello sulla pian d’Assino a Umbertide) e i 2,300. Cambia tutto e in meglio nella provincia di Terni: su otto distributori controllati, due stanno a 2,500 (per la precisione 2,539 e 2,599) e gli altri a 1,499.


Conferma la tendenza di un’impennata ulteriore del metano ma anche di diesel e benzina Giulio Guglielmi, presidente della Figisc Umbria Confcommercio, l’associazione che raggruppa i gestori dei distributori. Il problema è a monte, sul costo del prodotto. “L’ennesimo aumento - esordisce Guglielmi - si spiega perché, come preannunciato, il primo ottobre sono scaduti i contratti energetici. E c’è stata la ricontrattazione. Il prezzo del metano resta altissimo, anche se con una leggera discesa registrata due giorni fa. C’è anche scarsità di prodotto. I gestori che segnalano prezzi tra i 3 e i 4 euro al chilo spesso sono costretti a chiudere, perché è impossibile vendere il prodotto, e scattano anche le casse integrazioni, con una crisi occupazionale sempre più evidente. I primi a subire gli effetti di questo fenomeno sono gli stessi gestori, alle prese con gli aumenti delle bollette e il calo della vendita dei prodotti. Il metano è ormai un carburante fuori mercato: conviene mettere a benzina tranne per chi ha le bombole di serie (con il serbatoio della benzina più piccolo) e deve affrontare lunghi viaggi”. Il problema, come segnala Guglielmi, è che anche benzina e gasolio stanno riaumentando, perché è diminuita l’offerta e la domanda è cresciuta. “Nell’ultima settimana - continua il presidente Figisc - c’è stato un incremento di circa 130 millesimi. Si è investito il rapporto, il diesel costa più della benzina, ma in questi ultimi aumenti stanno andando di pari passo. Tutto questo ha causato un calo del consumo del carburante sul territorio che va dal 10 al 15%”.

Non mancano i controlli sugli stessi gestori. Nei primi 9 mesi dell'anno i militari della Guardia di finanza del comando di Perugia hanno passato al setaccio i distributori sulle principali arterie stradali della provincia. Risultato: su 96 controlli 48 sono risultati irregolari. Precisamente uno su due ha infranto le norme per la mancata comunicazione dei prezzi al citato osservatorio Mise ed è stato pizzicato con prezzi non correttamente indicati. In particolare durante i periodi di grandi aumenti e lievi assestamenti verso il basso (a seguito degli interventi governativi per calmierare i rincari) in tanti avrebbero omesso o falsificato i dati reali.