
Perugia, allarme cinghiali nei centri abitati: scatta la caccia con fucili e prelievi con le gabbie. Uccisi 70 animali

Troppi cinghiali. Che non solo distruggono i raccolti ma si avvicinano ai centri abitati. Mettendo a rischio anche la sicurezza sulle strade. Poi c’è il problema della peste suina. A Perugia per questo lo scorso anno è stato creato il nuovo distretto di caccia “zone urbane”. “Si lavora con le gabbie - spiega Giancarlo Tosti, iscritto Federcaccia e responsabile della nuova area urbana di Perugia per il contenimento degli ungulati - e le girate (le cosiddette battute) con sei persone e il cane, dove possibile. Oppure l’“aspetto”, con la tecnica degli appostamenti. In questi ultimi due casi c’è sempre l’ausilio di una guardia volontaria”.
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Le zone più colpite inserite nel distretto sono Ponte D’Oddi, Santa Lucia, zone al confine con Corciano, San Marco, San Girolamo, Casaglia, Via dei Loggi, fosso Infernaccio, Montebello, Prepo, Ponte Rio, Monte Morcino, Centova. Dalla creazione dell’area speciale per la caccia agli ungulati sono stati uccisi circa 70 animali, fa sapere Tosti. I cinghiali catturati con le gabbie vengono uccisi sul posto e catalogati oppure soppressi in altre zone. Poi scattano le analisi del caso.
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Sulla modalità di prelievo con le gabbie - il caso è stato sollevato a piazzale del Bove - si è espressa in modo critico la Lav. “Se l'uso della gabbia trappola è uno strumento autorizzato, non dovrebbe esserlo in ambiente cittadino”, fanno sapere dalla Lega antivivisezione.
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