Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Rischio idrogeologico, nessun comune in Umbria è sicuro

Alessandro Antonini
  • a
  • a
  • a

Anche per il 2022 tutti i 92 comuni umbri sono classificati a rischio idrogeologico. Non ce n’è uno escluso, nonostante le azioni di mitigazione messe in campo. E’ confemata l’indagine Ispra per l’anno 2021, secondo la quale tutti i 92 municipi del cuore verde presentano almeno un territorio a rischio frana (elevato e molto elevato) e pericolosità idraulica media.
Il dato dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale è tale anche per l’anno in corso, dato che, come spiega Sandro Costantini, dirigente del settore Urbanistica della Regione, “si tratta di caratteristiche legate alla conformazione del territorio che si possono attenuare con interventi di mitigazione ma non si possono azzerare”. Il cuore verde condivide il primato del 100% dei comuni a rischio con altre otto regioni e province autonome. Per le realtà che si affacciano sul mare fanno media anche i casi di erosione costiera. 

 

 

L’Umbria, con Valle d'Aosta e provincia di Trento, raggiunge il 100% solo con le frane e il rischio alluvioni. Nel dettaglio, stando alle elaborazioni Ispra su dati 2021, nel cuore verde si contano 863 chilometri quadrati considerati a rischio, il 10% del totale. La popolazione regionale residente in aree a pericolosità da frana è di 174.630, il 19,7% del totale (calcolato su 884.268 residenti). La media nazionale è del 9,6%. Il 25,7% di coloro che stanno i luoghi dove il rischio è elevato o molto elevato è costituito da anziani - rileva Ispra - il dato più alto d'Italia dopo Friuli, Liguria ed Emilia. Gli edifici o complessi di edifici a rischio frane sono 48.582, il 20,3% del totale, anche qui sopra la media nazionale che si attesta al12,9%. Di questi 727 sono a rischio “molto elevato” e 6.127 “elevato”. Le unità di imprese esposte ammontano a 14.510, il 19,3% rispetto all'8,4 del Belpaese. Ispra ha monitorato anche i beni culturali messi a rischio da potenziali dissesti: se ne contano 1.248, il 20,9% del totale regionale (media italiana 17,9%). Di queste 320 sono nella fascia di rischio elevato e molto elevato.

 

 

E arriviamo al rischio alluvioni. Gli umbri in zone di pericolosità media sono 63.947, il 7,2% del totale. In questo caso siamo sotto la media italiana, che arriva all'11,5%.Le famiglie esposte al livello di pericolo medio sono 26.200 (7,1% contro l'11,8 nazionale). Anche se gli altri indicatori censiti da Ispra sul fronte esondazioni si collocano al di sotto della media italiana, la Regione fa sapere che tutti i corsi d’acqua presentano un riscio minimo di esondabilità “e mentre per i fiumi più grandi la piena è prevedibile con un margine di anticipo, e quindi, si può intervenire in tempo, non è così per i torrenti e per il Paglia che è un fiume con caratteristiche torrentizie”, spiega ancora Costantini. Nel 1999 l’Umbria era all'82% dei comuni a rischio, poi è andata aumentando per arrivare nel 2012 al 100%. Percentuale che è rimasta invariata per dieci anni.