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Orvieto diventa capitale internazionale dei cortometraggi: via al Cinema Fest

Davide Pompei
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Al via da martedì 20 settembre 2022 la quinta edizione di “Orvieto Cinema Fest”, il festival internazionale di cortometraggi interamente Made in Umbria, che torna sulla Rupe fino al 24 settembre. Quattro le location. Al teatro Mancinelli avverranno le proiezioni – tra i 28 corti, anche sei anteprime nazionali e una mondiale – e la premiazione delle tre le categorie: Nazionali, Internazionali e Animazioni. Alla biblioteca “Luigi Fumi” avranno luogo, invece, gli ascolti guidati dedicati alla discografia di Franco Battiato, al San Giovenale il closing party e a Palazzo Coelli, l'allestimento che porterà in mostra le 15 opere finaliste del contest d'illustrazione a tema “L'invisibile”.

 

 

 

Alla guida del festival un team tutto al femminile formato dalle due co-fondatrici, Sara Carpinelli (direttrice amministrativa) e Stefania Fausto (direttrice artistica), affiancate nell’organizzazione da Valentina Dalmonte e Francesca Bonfanti. Dalla loro passione per il cinema, condivisa con una trentina di giovani volontari che, anno dopo anno, lo rendono possibile il festival punta a “valorizzare la forma di espressione artistica del film breve prestando attenzione alle voci registiche emergenti”.

“L’edizione 2022 – spiegano le organizzatrici – vuole essere quella della maturità, testimoniata dalla sempre maggiore partecipazione dei concorrenti e dell’apprezzamento che giunge da più parti. Con grande soddisfazione prendiamo atto dell’attenzione riservata ad OFC da parte di istituzioni e sponsor privati. Tanto da far parte da quest’anno dell’Associazione Festival Italiani di Cinema e da aver ricevuto un contribuito anche dal Ministero della Cultura". 

 

 

"In tempi fragili come quelli che stiamo vivendo - proseguono le organizzatrici - la valenza internazionale del festival è anche un contributo alla conoscenza. E al dialogo di storie e culture diverse dalle nostre, da condividere sempre con maggiore intensità. Alla base non c’è l’idea di un femminile necessariamente da premiare in quanto tale, ma la consapevolezza che se il cinema è un linguaggio che si muove oltre i generi, non altrettanto fa la società. Vorremmo rilanciare con vigore una pratica che, dopo questi due anni incerti di pandemia, si sta ancor più smarrendo: la necessità di tornare nelle sale cinematografiche, dove le immagini sul grande schermo ci sovrastano e permettono una fruizione più immersiva”.