
Alluvione, l'Umbria mobilita i suoi volontari per aiutare le Marche

Parte questa mattina il primo contingente di protezione civile in supporto alle Marche. Dal centro funzionale di Foligno, 25 volontari e due funzionari raggiungeranno Senigallia muniti di mezzi e attrezzature idonee a fronteggiare l’emergenza. “Abbiamo voluto mostrare concretamente la nostra vicinanza ai cugini marchigiani - spiega l’assessore regionale alla protezione civile, Enrico Melasecche - Dopo aver verificato lo stato degli interventi nei cinque comuni umbri colpiti dall’alluvione nei quali continuano a operare Anas, Provincia di Perugia e gruppi di volontariato, abbiamo ritenuto con la presidente Donatella Tesei di scendere in supporto di questa regione che, anche in occasione del Covid, ci ha dato prova di grande vicinanza”. Così, appena avuto l’assenso del Dipartimento nazionale di protezione civile, è stata organizzata la partenza sotto la super visione del direttore regionale Stefano Nodessi.
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Una macchina, quella della protezione civile dell’Umbria, che sta dando prova, ancora una volta, di straordinaria efficienza. “Non mi ero mai resa conto di quanto questi ragazzi fossero importanti sino a quando non ne ho avuto personalmente bisogno”, racconta Claudia Procacci, titolare dell’azienda Marpro, nella zona industriale di Pietralunga, una delle imprese sommerse dal fango dopo l’esondazione del torrente Carpina, giovedì sera. “Duemila metri quadrati di magazzino completamente sommersi di melma - evidenzia - Grazie all’aiuto dei volontari della protezione civile stiamo ripulendo tutto e forse la mia attività potrà ripartire prima del previsto. Sono orgogliosa di loro, ho scoperto di avere degli angeli in terra, tutta questa solidarietà mi ha emozionata. Ho 57 anni, nella mia vita non avevo mai visto una cosa del genere: un fiumiciattolo quasi sempre asciutto che nel giro di poche ore ha aumentato il livello di almeno cinque metri”. A operare, a Pietralunga, ieri c’era una squadra di una trentina di persone coordinata da Francesco Repola, funzionario della Regione. “Stiamo lavorando nella zona industriale senza soste perché la priorità è quella di far ripartire al più presto anche le aziende che hanno registrato i danni maggiori dall’esondazione del torrente Carpina - spiega Repola - Quando siamo arrivati c’era solo fango e disperazione, tutt’ora non sappiamo la reale entità dei danni subìti da queste aziende e se i macchinari sepolti dall’acqua saranno ancora funzionanti”.
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Francesco Lucaroni, istruttore direttivo tecnico presso la protezione civile della Regione, spiega che in Umbria sono circa 4 mila i volontari attivabili, ognuno secondo le sue competenze e la sua formazione e 125 le organizzazioni di protezione civile sparse nel territorio regionale. “Nel primo giorno di emergenza, giovedì sera - racconta - sono stati subito mobilitati cento ragazzi che sono stati dislocati nelle zone maggiormente colpite, Pietralunga, Montone, Scheggia Pascelupo e Gubbio. In queste aree, a oggi, continuano a operare complessivamente una cinquantina di volontari”. In supporto alle Marche anche il Soccorso alpino e speleologico dell’Umbria i cui volontari stanno operando nel comune di Barbara. Sul posto tre squadre del Sasu specializzate nel soccorso in Forra affiancate dal personale con il Centro mobile di coordinamento dotato di attrezzature tecnologiche per la ricerca delle persone disperse.
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