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Umbria, alla Legatoria Coletti tre ore di ferie al giorno per risparmiare energia

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Come in una piccola grande famiglia, datori di lavoro e dipendenti hanno studiato insieme la strategia da adottare per superare la crisi generata dal caro bollette. Perché alla Legatoria Coletti, azienda di Terni con quaranta anni di storia, 15 operai e tanta voglia di fare, in questo momento il principale obiettivo è uscire indenni dallo tsunami. Così dallo scorso mese di agosto, di comune accordo, è stato predisposto una sorta di piano di risparmio aziendale che prevede anche una riorganizzazione del lavoro: in azienda si sta per cinque ore al giorno e non più per otto in maniera tale da evitare il rientro pomeridiano e tagliare i costi dell’energia elettrica. Le tre ore ridotte vengono tolte dal monte ferie.

 

 

 

 

“Dobbiamo gestirci per limitare le spese, cercare di far fronte a tutti gli impegni presi e rispettare i tempi di consegna - raccontano il titolare Daniele Vagnozzi e la moglie Valeria Martoni, responsabile amministrativa dell’azienda - Abbiamo anche razionalizzato le fasi di lavoro: a giorni alterni utilizziamo una parte di macchinari o l’altra in maniera tale da non tenerli accessi tutti insieme contemporaneamente. Abbiamo anche fatto un investimento su un impianto ad aria compressa di ultima generazione che attraverso la tecnologia permette di ottimizzare i consumi. Ma forse tutto questo non sarà sufficiente a risolvere la situazione”. Il costo dell’energia elettrica è di fatto diventato insostenibile. “Fino al 31 dicembre 2021 avevamo il prezzo bloccato per cui il problema dei rincari non ci si era presentato - spiegano Daniele e Valeria - Da gennaio la bolletta è cominciata a lievitare e non abbiamo potuto più fare niente per contenerla perché i gestori hanno rifiutato di bloccare ancora il prezzo. La bolletta di luglio è di 9.900 euro, lo stesso mese di un anno fa non arrivava a 1.400 euro. Abbiamo ottenuto la rateizzazione ma questo poco cambia perché finito di pagare questa, dobbiamo iniziare con la prossima...Una follia. In questo momento stiamo lavorando in rimessa. E il rammarico più grande è che nessuno ci aiuta. Serve un intervento urgente dello Stato, è indispensabile procedere con una cassa integrazione straordinaria, come per il Covid, che tuteli noi e i nostri dipendenti. Per quanto, ancora, possiamo chiedergli di utilizzare così le loro ferie? Al problema dei rincari, inoltre, va aggiunto quello altrettanto grave della carenza di materie prime, a cominciare dalla carta”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La storia della Legatoria Coletti è emblematica delle difficoltà in cui si stanno trovando le aziende umbre e italiane in generale. Secondo un’indagine effettuata da Confartigianato, il caro energia mette a rischio 881.264 micro e piccole imprese in Italia, pari al 20,6% dell’occupazione del sistema imprenditoriale. In Umbria, si parla di 13.340 aziende con 51.843 addetti. “Certamente gli interventi immediati non possono che essere di ordine economico-finanziario e incentrati sul credito d’imposta e detassazioni - afferma il presidente regionale di Confartigianato, Mauro Franceschini - ma è illusorio pensare di poter fronteggiare una crisi di tali dimensioni solo in questo modo. Occorre agire anche sull’economia reale accelerando e realizzando in tempi record una riorganizzazione della produzione e dell’approvvigiornamento energetico”.