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Caro-bollette, lo chef Vissani: "Siamo allo stremo. Diminuire le tasse e aumentare gli stipendi"

Davide Pompei
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“La piccola e media impresa, spina dorsale di questo Paese, è allo stremo”. Ne fa un discorso economico, prima ancora che politico, lo chef Gianfranco Vissani, non rinunciando comunque ad un appello bipartisan ai candidati per il rinnovo della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica. Alla vigilia della tornata elettorale del 25 settembre, tra i settori della società che più fanno i conti con la speculazione, infatti, c'è anche quello dell'accoglienza e della ristorazione italiana, di cui il cuoco originario di Civitella del Lago è considerato tra i più illustri rappresentanti. “Mettetevi d'accordo” è il messaggio, forte e chiaro, che sente di lanciare ad Enrico Letta, Matteo Salvini, Giorgia Meloni e tutti i politici, compreso Mario Draghi “che – dice – sa bene come farci uscire da una Comunità europea che non ci considera. Bisogna essere onesti, non siamo in quel paradiso fiscale che è l'Olanda. Per questo dobbiamo unirci, serve un'intesa per salvare il Paese. Chiunque andrà al governo, dovrà fare i conti con la necessità di aumentare gli stipendi e ridurre la pressione fiscale. Quello di cui non solo qui in Umbria, ma in tutta Italia si avverte il bisogno è di un'azione politica seria in grado di aiutare le imprese e le persone davvero bisognose. Basta con questo reddito di cittadinanza”.

 

 

La sensazione è che gli sforzi richiesti non bastino più. “Se occorre – afferma Vissani – diminuiremo ancora di più l'illuminazione dei lampioni. Se è vero che ogni forno consuma 17 kWh, vorrà dire che privilegeremo le cotture con il forno a legna. Sarà un ritorno alle origini che ci allontanerà da tutta questa logica consumistica e dalle mode tecnologiche, ma dobbiamo anche essere sicuri che questo servirà veramente a qualcosa”.

 

 

A “Casa Vissani”, il ristorante stellato sulle sponde del lago di Corbara, a poco più di 18 chilometri da Orvieto, gestito dal figlio, Luca, intanto, nonostante il costo delle materie prime sia lievitato, i prezzi non sono stati ritoccati. Hanno registrato un evidente rincaro, invece, le bollette dell'energia elettrica arrivate. Quelle di luglio 2021 si aggiravano sui 5.900 euro, l'importo da pagare scritto sulla cartella di quest'anno è, invece, di 16.500 euro. Un ulteriore rincaro del 20% si profila poi per quanto riguarda la mensilità di agosto. “A queste condizioni – afferma il maestro della cucina italiana che, a maggio 2020, aveva aderito alla manifestazione di protesta 'Risorgiamo Italia' consegnando simbolicamente le chiavi della propria attività – è impossibile continuare a fare impresa in questo Paese. I flussi turistici non mancano, ma la situazione resta seria, soprattutto dopo gli ultimi due anni”.