
Terni, tentata estorsione. Avvocatessa indagata a Milano

Avvocatessa ternana finisce nei guai: è accusata di un tentativo di estorsione nei confronti di un imprenditore milanese con cui avrebbe avuto una relazione e nei confronti del quale avrebbe vantato un credito di circa 44 mila euro.
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Secondo gli inquirenti, la professionista, per riavere i soldi, si sarebbe rivolta a tre uomini legati rispettivamente alla ‘Ndrangheta, a Cosa nostra e alla Sacra corona unita i quali avrebbero poi messo in atto pesanti minacce, intimidazioni e appostamenti nei confronti della vittima per costringerla a restituire la ritenuta dovuta e “maggiorata” del compenso per gli esattori. La donna ternana ha 33 anni, ha ottenuto il titolo di avvocato in Spagna e da anni è residente a Milano. L’indagine è partita proprio da Milano per estendersi in varie zone italiane. L’operazione, denominata Medoro, coordinata dalla Dda del capoluogo lombardo e condotta dai carabinieri del Ros e dalla squadra mobile di Milano, ha portato giovedì a tre arresti e all’applicazione di un obbligo di firma nei confronti della 33enne ternana, su ordine del gip milanese Castellucci.
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In base alle indagini, la donna si sarebbe rivolta a un soggetto legato a una nota famiglia di mafia siciliana il quale, a sua volta, avrebbe sollecitato l’intervento di un altro soggetto legato alla ‘Ndrangheta calabrese e di un altro individuo riconducibile alla Sacra corona unita pugliese il quale, pur essendo detenuto, sarebbe comunque riuscito a trasmettere dal telefono cellulare, tramite WhatsApp, messaggi fortemente intimidatori anche con il supporto di foto di micidiali armi da guerra. L’imprenditore, disperato, ha deciso di sporgere denuncia e si è anche rivolto al giornalista massmediologo Klaus Davi, noto anche per la sua attività antimafia, che poi nella sua pagina social aveva pubblicato un articolo sul suo caso. Oltre all’imprenditore, gli appartenenti alle tre organizzazioni mafiose avevano minacciato anche la madre e il resto della sua famiglia. Un giro vorticoso di interessi, tanto sul piano imprenditoriale quanto su quello dello spaccio di stupefacenti. I tre soggetti sono finiti in cella mentre la ternana si trova tra i trenta indagati coinvolti nell’operazione.
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