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Terni, Barbara Corvi scomparsa: il gip concede altri sei mesi di indagini

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Altri sei mesi di tempo per continuare le indagini, utilizzando anche accorgimenti tecnici all’epoca della prima inchiesta non  disponibili e ascoltando ancora persone che, a diverso titolo, potrebbero fornire qualche elemento utile. Il tutto per verificare se il quadro indiziario sostenuto dalla procura nei confronti del marito, indagato per omicidio e occultamento di cadavere, deve ritenersi inconsistente o viceversa tale da poter sostenere un’eventuale richiesta di rinvio a giudizio.

 

E’ quanto ha deciso il gip del tribunale di Terni, Barbara Di Giovannantonio, in merito alla richiesta di proroga presentata dal procuratore della Repubblica, Alberto Liguori (foto in alto, nel riquadro Roberto Lo Giudice), e dall’avvocato della famiglia, Giulio Vasaturo, del foro di Roma, legale anche dell’associazione Libera, per fare luce sulla scomparsa di Barbara Corvi, la mamma di Montecampano – frazione di Amelia, in provincia di Terni – della quale non si hanno più notizie dall’ormai lontano 21 ottobre del 2009.

Il marito, Roberto Lo Giudice, oggi 50enne, era addirittura finito in carcere nel marzo del 2021, decisione però poi ribaltata dal tribunale del Riesame che non aveva ravvisato le esigenze cautelari sostenute dalla procura, adombrando anche come non fosse neanche da escludere l’ipotesi dell’allontanamento volontario.

La procura così, in un primo momento, aveva chiesto l’archiviazione del caso, salvo sorprendere tutti, durante l’udienza della scorsa settimana, nel chiedere un supplemento delle indagini.

 

Il gip ha detto sì, archiviando però al contempo la posizione del fratello di Lo Giudice, Maurizio, il cui coinvolgimento nella sparizione della cognata era stato sostenuto dalla stessa procura, dopo le indagini condotte dai carabinieri del comando provinciale di Terni, col coinvolgimento diretto degli investigatori della Compagnia di Amelia. Nello specifico, la proroga di sei mesi dell’inchiesta consentirà di effettuare nuove e più accurate analisi ad esempio sulla macchina di Lo Giudice, utilizzando il Luminol, che registra la presenza di tracce di sangue anche ad anni di distanza, mentre occorrerà tornare a sentire sette persone vicine alla coppia che potrebbero fornire informazioni utili.

Si tratta dei due figli di Barbara e Roberto, della sorella della donna scomparsa, dell’uomo con cui Barbara ebbe una relazione extraconiugale e di un’amica dello stesso, di un’amica della donna sparita ed anche dell’attuale compagna di Lo Giudice.

La famiglia di Barbara Corvi, a cominciare dalla sorella Ivana, non ha mai smesso di dare battaglia per continuare la ricerca della verità. L’ipotesi dell’allontanamento volontario appare ancora tecnicamente sostenibile solo per il mancato ritrovamento del corpo della donna. La quale, legatissima ai figli, mai si sarebbe allontanata  interrompendo i contatti anche con loro.