
Cucinelli, licenziamento Anita Mariani: in piazza a Perugia per "difendere il diritto alla salute"

Anita Mariani spera in un dialogo costruttivo. La dipendente della Brunello Cucinelli spa, licenziata per giusta causa, perché si è rifiutata di mettere la mascherina dal 5 maggio, ovvero dopo la fine dello stato di emergenza, sabato 2 luglio ha manifestato in piazza IV Novembre, a Perugia.
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Il sit-in è avvenuto insieme ad associazioni e alle rappresentanze della Fisi. La Federazione italiana sindacati intercategoriali già da martedì (giorno in cui è arrivata la lettera raccomandata con la comunicazione del licenziamento ndr) ha proclamato lo stato di agitazione. E allo stesso tempo la Fisi “ha convocato una mediazione con il prefetto di Perugia, Armando Gradone” come dice Fausto Severi della Fisi. “Qualora il tutto andasse male - prosegue - il sindacato è pronto allo sciopero e a impugnare il provvedimento insieme ad Anita”. Anita con il suo rifiuto vuole “difendere il proprio diritto alla salute", ha ribadito lei stessa in piazza.
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Nei vari interventi è stato ribadito: “L’obbligo di indossare la mascherina è decaduto con la fine dello stato di emergenza. I protocolli condivisi dalle cosiddette parti sociali con un semplice verbale si sostituiscono al D.L. di aprile 2022 che stabilisce la fine dell’obbligo delle mascherine in tutti i casi (salvo negli ospedali e nei mezzi di trasporto pubblici) in virtù della fine dello stato emergenziale. I protocolli non sono in realtà neanche una norma”. E aggiungono: “Ancora una volta si vuole imporre una modalità perversa di adottare regolamenti, in questo caso sul lavoro, come avessero valore di legge senza esserlo. Lontani dal rispetto della Costituzione”.
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