
Terni: infortunio mortale sul lavoro a San Gemini, svolto l'incidente probatorio

L’incidente probatorio si è svolto mercoledì 22 giugno 2022. Agron Sulo, operaio 60enne di origini albanesi residente da anni a Terni, sposato e padre di tre figlie, il 29 luglio del 2021 stava eseguendo con l'autocarro della ditta per cui lavorava, un intervento di autospurgo di un bagno chimico noleggiato da un esercizio privato, a San Gemini, in provincia di Terni, in via Tuderte.
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La strada era in pendenza e improvvisamente il mezzo da lavoro si era sfrenato, schiacciando l’operaio contro un muro e uccidendolo sul colpo. Alla tragedia, dopo le indagini condotte dalla procura di Terni con il supporto dei carabinieri sangeminesi e della Usl Umbria 2, ha fatto seguito il procedimento penale che vede indagato per omicidio colposo il datore di lavoro dell'operaio deceduto, un imprenditore ternano di 51 anni.
Per ricostruire con la maggiore precisione possibile l'accaduto, il tribunale di Terni nella persona del gip Barbara Di Giovannantonio, ha disposto l'incidente probatorio, incaricando il consulente Maurizio Tarchi di relazione su tutta una serie di aspetti tecnici.
La mattina di mercoledì 22 giugno, così, si è svolta l’udienza, presenti le difese dell'indagato - gli avvocati Manlio Morcella e Riccardo Matticari - e il legale che assiste i familiari dell'operaio, l'avvocato Erdis Doraci del foro di Tivoli. Quest'ultimo, in aula, ha sostenuto come l'autocarro fosse sprovvisto di impianto per il freno di stazionamento, ma anche del pulsante di regolazione manuale del gas.
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Oltre a ciò ha rimarcato che il veicolo era utilizzato da ben 17 anni, che le operazioni venivano condotte da un solo operaio, da qui l’ipotesi di inadeguatezza del piano di sicurezza, con un veicolo in moto da manovrare su tre lati dello stesso, e che la strada in pendenza avrebbe potuto causare - stante il passaggio di pedoni - conseguenze ancora più gravi. Tesi esternate in aula, a fronte di un elaborato peritale sostanzialmente favorevole all'indagato e di cui il tribunale ha preso atto.
Al termine, il giudice ha restituito gli atti al pubblico ministero, Giulia Bisello, per la prosecuzione delle indagini che, viste le premesse e quanto rappresentato nel corso dell'incidente probatorio, potrebbero sfociare in una battaglia giudiziaria.
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