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Umbria, emergenza idrica: primi razionamenti per l'irrigazione e ordinanze contro gli sprechi

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L’Umbria è tra le regioni dell’Italia centrale che più sta soffrendo l’emergenza siccità secondo quanto emerso dalla riunione dell’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici che si è tenuta ieri mattina a Roma. Le precipitazioni da gennaio a maggio, sono praticamente dimezzate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, lago Trasimeno e Tevere continuano a scendere di livello, tutti i corsi d’acqua più piccoli sono in sofferenza mentre a Spoleto la diga di Arezzo, che serve 14 Comuni dell’Umbria, è al 35% della sua capacità tanto da costringere il Consorzio della bonificazione umbra a operare le prime restrizioni in ambito agricolo.

 

 

 

 

 

“Abbiamo previsto una turnazione per aree geografiche e coltivazioni mentre è fatto divieto di irrigazione nel fine settimana e in orario notturno - spiega il presidente del Consorzio, Paolo Montioni - La situazione è molto seria: la diga del Marroggia è sotto scorta, nove metri in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Quello che sollecitiamo è la creazione di nuovi invasi per incrementare le risorse idriche accumulabili nei periodi piovosi”. 
Tutte le sorgenti sono in deficit, come conferma Mirko Nucci, responsabile del Servizio rete acqua di Arpa Umbria. “Criticità sono diffuse ovunque - evidenzia - ma le aree più in sofferenza sono quelle della Valle Umbra Sud e dell’Alta Valle del Tevere oltre che dell’Orvietano”. La situazione si aggrava di settimana in settimana: in quattro giorni il Tevere è calato di sei centimetri, secondo i rilevamenti del centro funzionale della protezione civile, attestandosi a un metro e 12 centimetri, quando invece dovrebbe essere ricompreso tra i 4,50 e i 5,70 metri. L’assenza di piogge sta mettendo a dura prova anche i corsi d’acqua più piccoli, come ad esempio il fiume Topino che a Passaggio di Bettona si assesta su un livello di 1,11 metri, per poi diventare un ruscello di pochi centimetri quando arriva a Bevagna. Drammatica anche la situazione del fiume Paglia nell’Orvietano e del Nestore nel Marscianese. Il primo non arriva a un metro di livello nel tratto di Orvieto scalo, il secondo è praticamente in secca.

 

 

 

 

 

 

 

Anche il Ternano è in sofferenza: “Abbiamo dovuto anticipare il servizio di irrigazione dal 21 marzo - spiega Massimo Manni, presidente del Consorzio di bonifica Tevere-Nera, Massimo Manni - Ora stiamo lavorando per migliorare le infrastrutture irrigue attraverso il potenziamento dei vasi di raccolta per dare risposte concrete ad allevatori e aziende”. 
Il Trasimeno ha perso un metro e 23 centimetri all’isola Polvese, un andamento osservato nel 2009 quando a fine stagione estiva il lago raggiunse un minimo intorno a -1,60. Restano, invece, sui livelli di riferimento stagionali, gli altri due grandi invasi regionali, quelli di Piediluco e Corbara. Ma le temperature previste per i prossimi giorni, ancora da record, non lasciano ben sperare. L’assessore all’agricoltura Roberto Morroni ha convocato per domani un vertice con i tecnici della Regione per fare il punto della situazione e valutare eventuali azioni in chiave preventiva. L’assessorato, da alcuni mesi, ha anche avviato una ricognizione degli oltre mille invasi sparsi nel territorio, molti dei quali attualmente in disuso, che potrebbero essere adoperati. 

 

 

 

 

 

Anche l’Umbria in pressing sul governo per chiedere lo stato di calamità, come sollecitato dalle stesse associazioni di categoria. “La situazione è drammatica - spiega Mario Rossi, direttore Coldiretti Umbria - per orzo e grano il raccolto subirà un calo tra il 20 e il 30%, a rischio l’olivicoltura e le coltivazioni di ortaggi e tabacco”. Intanto iniziano ad arrivare anche le prime ordinanze antispreco dei sindaci. Da Castiglione del Lago a Citerna, da Avigliano Umbro a Spoleto si moltiplicano gli appelli a un uso moderato e consapevole dell’acqua.