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Perugia, la permuta si rivela una truffa: sequestrata l'auto appena consegnata

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Doveva essere un affare, la sua vecchia Ford Mondeo in cambio di un'Audi A4. Ma la permuta proposta da un concessionario su un sito in chiaro, uno dei più cliccati, in realtà era una truffa: l'Audi appena consegnata è stata subito sequestrata dalle forze dell'ordine. Così, dopo aver dato via la sua vettura, è rimasto a piedi. E ci ha pagato pure sopra oltre duemila euro per le pratiche. Il malcapitato protagonista è un corcianese di origini straniere che è parte offesa nel processo per truffa in cui è finito il titolare del concessionario incriminato, del Nord Italia. Si è costituito parte civile e ha chiesto i danni materiali e morali per il presunto reato per cui si è dato avvio al processo al tribunale di Perugia. Ieri è stato sentito davanti al giudice.

 

 

 

 

Il sequestro è scattato perché la vettura oggetto della permuta non era stata registrata al pubblico registro automobilistico. Ma di tutto questo l'acquirente era ignaro. E così sono scattati i sigilli. Una situazione paradossale, ha spiegato Pasquale Perticaro - avvocato di quello che per la Procura è la vittima di un articolo 640 del codice penale, truffa per l'appunto - che ieri ha messo in rilievo i diversi punti per cui la condotta dell'imputato sarebbe fraudolenta.

 

 

 

 

 

 

 

Sempre secondo la parte civile è stato anche messo in luce come gli acquirenti di vetture su internet possano frequentemente incappare in raggiri ben congegnati a cui è impossibile sfuggire. Ma il tutto non è passato inosservato agli inquirenti: l'imprenditore è alla sbarra "in qualità di titolare dell'impresa individuale di commercio all'ingrosso e dettaglio di autovetture" - è scritto nel capo di imputazione - perché "con artifizi e raggiri" consistiti nel mettere in vendita su un sito di annunci on line un'autovettura, "con la consapevolezza di non procedere poi al passaggio di proprietà e relativa trascrizione al pubblico registro automobilistico", induceva in errore la parte danneggiata "procurandosi così un ingiusto vantaggio patrimoniale più la permuta dell'autovettura con pari danno per la persona offesa".