
Aeroporto San Francesco, record di passeggeri e c'è l'ok al piano di rilancio da 12 milioni. Ma Perugia vota contro

“Dobbiamo stabilire prima possibile un collegamento con la Germania - primo mercato turistico dell’Umbria ma anche il mercato più importante per le nostre imprese - e vorrei che questo collegamento fungesse anche da secondo hub internazionale”. Parole della governatrice Donatella Tesei, nel giorno dell’approvazione del piano di rilancio dell’aeroporto di Perugia con 12 milioni in tre anni stanziati dalla Regione, socia della Sase (società di gestione dello scalo) al 79%. Dunque l’obiettivo tra Berlino e Monaco sembra propendere per quest’ultima destinazione, l’unica in grado di permettere un’interconnessione ampia con gli altri scali internazionali. E anche se nel piano c’è scritto Berlino, l’approdo allo scalo di Monaco è l’indicazione che il socio di maggioranza ha già messo nero su bianco in una delibera. Non mancano rumors di contatti per possibili accordi societari con lo scalo monegasco. Del resto l’entrata di un partner privato è il prossimo abbrivio. L’ok al piano industriale approvato dall’assemblea dei soci a maggioranza (in mattinata c’è stato anche il sì del consiglio regionale) segna il decollo del San Francesco verso l’obiettivo di 500 mila passeggeri l’anno, previsto nei 36 mesi. Sono già attive le 16 rotte previste nel piano. I risultati si contano.
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Giusto ieri il direttore dell’aeroporto Umberto Solimeno ha certificato che il 15 aprile è stato raggiunto il record assoluto di 1.745 passeggeri in arrivo e in partenza in un giorno solo. Che potrebbe essere superato con i dati certificati del 25 aprile a quota 1.800. Il presidente Stefano Panato ha affermato che “il periodo pasquale che ci ha visto tornare ai numeri pre-Covid”. L’estate potrebbe far raddoppiare questi numeri. Tesei ha chiesto di rinforzare la stazione invernale, “mancanza storica dell’aeroporto” e di potenziare il marketing per far conoscere l’Umbria. Uno scalo prima salvato con il pareggio di bilancio 2021 e ora indirizzato verso quote mai conosciute.
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Tuttavia il piano di rilancio vola troppo alto per i soci di minoranza. Il Comune di Perugia ha votato contro, al momento non ha i 280 mila euro annui da mettere. "Il Comune di Perugia - ha spiegato l’assessore comunale Gabriele Giottoli - pur accogliendo con favore e profondo interesse il piano, è tecnicamente impossibilitato a votarlo. A causa del notevole aumento, previsto, dei costi energetici che impattano sul nostro bilancio, non possiamo far altro che attendere gli assestamenti di bilancio di luglio prossimo, con dispiacere esprimiamo voto contrario". Il Comune di Assisi ha votato a favore esprimendo una riserva sulle modalità di versamento della quota (220 mila euro circa) e sulle rotte. Non è mancata una sottolineatura di Sviluppumbria sul coinvolgimento dei soci da parte del cda. Registrate due dimissioni per motivi personali. Insomma un’assemblea movimentata, che però ha visto la Camera di commercio richiamare all’ordine con la proposta di un “patto” tra i soci di minoranza per rilanciare lo scalo e sostenere il piano industriale. Per la serie: il passaggio è storico, nessuno si tiri indietro.
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