
Perugia, le sbatte la testa sul cruscotto e la picchia: denunciato 54enne

Adesso non potrà avvicinarsi a meno di 500 metri da lei perché è indagato per maltrattamenti. La misura, emessa dal gip, Margherita Amodeo su richiesta del pm, Laura Reale (che aveva chiesto i domiciliari), è arrivata 20 giorni dopo che il 54enne perugino ha pestato a sangue la compagna. Quella stessa sera infatti, dopo aver lasciato l’ospedale di Perugia dove la donna era stata portata, la vittima ha fatto ritorno a casa. Era il 5 marzo - come lei stessa ha raccontato in un supplemento di denuncia - l’uomo, con cui ha un rapporto sentimentale da un paio di anni, l’ha picchiata sbattendole la testa contro il cruscotto dell’auto e contro il finestrino.
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Pugni in faccia e calci. Che non sono nemmeno finiti in automobile. Sono proseguiti anche a casa, dove i carabinieri hanno trovato la donna col volto tumefatto e l’uomo con i vestiti sporchi di sangue. In bagno c’era anche una ciocca dei capelli di lei. I militari erano intervenuti su chiamata di una vicina. E mentre lei era stata portata al pronto soccorso, lui era stato sentito dai miliari. Una volta medicata, la donna - di origine orientale e con qualche difficoltà a comprendere bene l’italiano - aveva voluto lasciare l’ospedale. Quella sera però, non sapendo dove altro andare, era tornata nell’unico posto di cui aveva le chiavi: un’altra casa di proprietà dell’uomo che l’aveva appena picchiata. Una casa di cui ovviamente anche l’indagato possedeva le chiavi.
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Quella sera nessuno le propose di contattare un centro antiviolenza. Una vicina di casa lo aveva fatto il giorno dopo, quando aveva saputo dell’accaduto. A quel punto la donna era stata presa in carico dal centro Catia Doriana Bellini e aveva presentato un supplemento di denuncia spiegando che quella non era stata la prima aggressione ma il compagno la picchiava spesso ogni volta che beveva da due anni. E già un’altra volta le aveva sbattuto la testa contro il cruscotto dell’automobile. Dopo la denuncia, il pm Laura Reale, a cui è stato assegnato il fascicolo, ha fatto richiesta di misura cautelare. Dopo la notifica del divieto di avvicinamento l’uomo è stato interrogato e si è avvalso della facoltà di non rispondere.
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