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Umbria, ristoratori esasperati: “Il green pass ci rovina la Pasqua”

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La proroga del green pass è del tutto ingiustificata per i ristoratori dell’Umbria. Ma il problema maggiore sono i rincari uniti agli effetti negativi causati dalla pandemia economica. “L’eliminazione del green pass con la fine dello stato di emergenza non può escludere la ristorazione, che si trova a dover sostenere un costo inutile in un periodo fortemente critico”. E’ l’appello di Romano Cardinali, presidente di Fipe Umbria Confcommercio. E aggiunge: “Non si capisce perché imporre l’impegno del green pass per altri 30 giorni ai gestori di ristoranti e bar in una stagione determinante per le attività turistiche, che speriamo riprendano, e con la Pasqua alle porte”. La preoccupazione di compromettere le potenzialità di un mese decisivo per la stagione è palesata anche da Enrico Guidi (nella foto), titolare del Cantinone di Perugia e presidente di Mio Umbria. “Aprile per i ristoratori è un mese importantissimo - sottolinea -: ci sono la Pasqua, i ponti, le prime gite organizzate. La decisione del governo continua a essere una misura penalizzante per la nostra categoria”. E prosegue: “Se il green pass doveva avere lo scopo di spingere le persone a vaccinarsi ora che l’obiettivo è stato raggiunto, gli immunizzati sono ormai al 95%, non si capisce perché la misura non debba essere interrotta per tutti allo scadere dello stato di emergenza”. Il settore, inoltre, è alle prese con i rincari dell’energia e delle materie prime. “Durante la settimana i locali sono semivuoti e i costi sono aumentati tutti e per tutti - va avanti Guidi -. Nel weekend, poi, c’è un turismo di prossimità diretto a contenere le spese. Insomma il 90% dei ristoranti sta lavorando in perdita”.

 

 

Ed è proprio su questa linea che si inserisce l’appello del presidente Cardinali. “A questo punto, ai provvedimenti di restrizione devono assolutamente seguire compensazioni economiche: servono provvedimenti urgenti e servono subito”. Ma ci sono anche voci fuori dal coro, come quella che arriva da Terni. Alessandro Paolucci, titolare del Ristò da Ale, ci tiene a dire che “l'obbligo del green pass fino a maggio per sedersi al ristorante non è un problema - commenta Paolucci -. I miei clienti non hanno mai esitato a esibirlo prima di entrare nel locale. Ormai è diventata un’abitudine mostrare il certificato verde. Chi non c'è l'ha sa bene che non può venire a mangiare al ristorante. Dunque credo che tutto continui a procedere senza problemi anche se l'obbligo è esteso fino a maggio. Grazie alle vaccinazioni e al green pass c'è stata la possibilità di riprendere una sorta di normalità e noi ristoratori siamo tornati a lavorare. Il certificato verde alla fine è una tutela per la salute di tutti”.

 

 

Paolucci, comunque, si allinea sull’emergenza aumento dei costi. “I prezzi sono raddoppiati - dice - E' questo di cui dobbiamo preoccuparci ora, non del green pass fino a quando sarà obbligatorio esibirlo. Credo che servano degli interventi mirati riguardo ai rincari che stanno creando i veri problemi. Prima le difficoltà economiche causate dal lockdowm, poi i rincari delle materie prime, mi chiedo come possiamo fare per andare avanti. Noi cerchiamo di mantenere i prezzi di un anno fa, ma non è semplice. Voglio essere ottimista e spero che prima o poi questo periodo possa passare quanto prima”.