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Truffa seriale con la Ferrari, finisce a processo anche un cittadino di Castiglione del Lago

In tribunale

Luca Serafini
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Truffe in serie con l’auto dei sogni. Una splendida Ferrari 458 spider è stata venduta per ben quattro volte ad altrettanti compratori senza essere mai consegnata. Imbrogli a ripetizione confezionati sul web a fronte di decine di migliaia di euro sborsate dai fiduciosi acquirenti rimasti con un pugno di mosche in mano. In tre sono finiti a processo per una vicenda che si trascina da anni ma adesso vicina al capolinea con la sentenza penale. Tra gli incastrati ci sono facoltosi personaggi del Principato di Monaco, della Francia, della Bulgaria, dell’Italia e anche un arabo che però, alla fine, è riuscito ad ottenere la fuoriserie. Ieri il pm Michela Rossi ha chiesto la condanna ad un anno e cinque mesi di reclusione per V.V., 44 anni di Genova, ritenuto la figura centrale dell’imbroglio, e l’assoluzione di S.R., 51 anni, cortonese residente a Castiglione del Lago e di A.M., 72 anni, originaria della Campania ma residente in Valdichiana.

 

 

Posizioni diversificate in merito alla stessa storia che fu portata alla luce dalla Polizia Stradale di Battifolle dopo una serie di vendite fantasma in quel lontano 2014. Agganciati con inserzioni on line, i potenziali acquirenti rimasti estasiati dalle foto entravano in contatto con V.V. per la trattativa e per la visione diretta della Ferrari, custodita in un fondo a Terontola. La bellezza e il valore della macchina erano incontestabili e le disponibilità economiche degli interessati evidentemente tali da procedere con l’acquisto. E così, nelle varie situazioni tutte simili tra loro, i malcapitati versavano solitamente 30 mila euro in attesa che si concludesse l’operazione. Ma al momento della consegna, i venditori svanivano nel nulla.

 

 

E’ stato un commerciante di auto arabo a denunciare la situazione alla Polstrada che sviluppò le indagini e individuò i presunti responsabili, oltre a sequestrare l’auto della casa di Maranello. Dagli accertamenti emerse il diabolico piano architettato con una falsa denuncia di smarrimento del libretto di circolazione e del certificato di proprietà dell’auto che consentiva di creare successivamente duplicati fasulli ad hoc in modo da rendere la Ferrari sempre “vergine” e spendibile sul mercato dell’usato. In base ai ruoli evidenziati dagli inquirenti, la procura ritiene che a dovere essere punito per truffa e falsità varie sia solo il genovese mentre gli altri, con ruoli collaterali, vanno prosciolti. Sarà il giudice Margheri il 21 aprile a pronunciarsi dopo che ieri ha ascoltato le difese e i legali delle parti civili, tra i quali l’avvocato Francesca Molino, che chiedono condanne per tutti. Per la cronaca, l’arabo è riuscito in sede civile, assistito dall’avvocato Antonio Mastrota, a dimostrare, in base alle trascrizioni, di essere diventato lui il legittimo proprietario della Ferrari 458 spider.