
Umbria, trasporti a rischio stop. Manifestazione di protesta contro il caro carburanti

Quella di oggi sarà una giornata decisiva sul fronte trasporti. Le organizzazioni di settore sono convocate nella sede del Mims, il ministero delle Infrastrutture e delle mobilità sostenibili per tentare una mediazione e trovare possibili soluzioni per far respirare un settore ormai in agonia.
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“Dopodiché decideremo il da farsi, quindi se andare o meno verso lo sciopero - spiega Vittore Fulvi, presidente regionale Fai, la federazione degli autotrasportatori -. Abbiamo indetto per sabato una grande manifestazione a Perugia che sarà l’occasione per ritrovarci e decidere insieme come procedere, anche in base a quelli che saranno i risultati della trattativa con il governo. Di certo così non si può andare avanti: la situazione è incredibile e ingestibile se si pensa che ogni mezzo pesante ci costa in media duemila euro al mese in più di carburante”. Luogo e orario della manifestazione di sabato, che vedrà insieme tutte le sigle sindacali della categoria aderenti a Unatras, sono da confermare perché si attende l’ok della questura. Già certo, invece, il nome dell’evento: economia di guerra.
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“Come associazione abbiamo chiesto provvedimenti a sostegno della categoria sotto forma di credito d’imposta per i maggiori costi fin a qui sostenuti per il carburante e la riduzione dell’incidenza delle accise che vi gravano, le più alte d’Europa - evidenzia Marina Gasparri, responsabile regionale della Cna per il settore trasporti - Ma soprattutto è indispensabile introdurre definitivamente un meccanismo di adeguamento automatico del costo del carburante”. Stefano Boco, presidente di Confartigianato trasporti Umbria e vice presidente nazionale, punta l’indice sulla necessità di un intervento drastico da parte del governo: “Bisogna ancorare la fattura al prezzo del gasolio, così non riusciamo a ribaltare i rincari alla concorrenza e rischiamo di rimanere schiacciati”. In Umbria le imprese di trasporto sono 1.658. Uno stop dei Tir vorrebbe dire meno rifornimenti di merce al commercio con inevitabili problemi di approvvigionamento e possibili ripercussioni sui prezzi. E’ saltato, invece, lo sciopero che era previsto per ieri e che all’ultimo è stato stoppato dalla commissione garanzia per mancato preavviso. “Alcune imprese hanno comunque scelto spontaneamente di fermarsi per l’impossibilità di far fronte da sole agli aumenti record del costo di benzina - racconta Maurizio Longo, segretario generale di Trasportunito - In Umbria la percentuale di coloro che sono rimasti fermi non sembra essere significativa ma essendo una decisione spontanea, è presto per dirlo”. Sulla questione interviene anche la Filt Cgil: “Il caro carburanti - denuncia in una nota - rischia di compromettere la stabilità della rete dei servizi di trasporto in Umbria”. Il sindacato chiede che “la politica e le istituzioni locali facciano pressione sul governo e sulle istituzioni europee affinché si interrompa immediatamente questo vile sciacallaggio da parte dei petrolieri italiani sui prezzi dei carburanti”.
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