
Umbria, business del vino: a preoccupare sono i rincari di energia, vetro e carta

Il vino dell’Umbria continua a farsi strada nel mondo. Ma tra rincari di energia elettrica e trasporti, vetro, cartoni e tappi che non si trovano più, la situazione per i produttori diventa sempre più complicata.
“Lo scenario che si sta delineando con il conflitto in Ucraina è grave e si riflette in maniera preoccupante sull’economia che ha invece bisogno di ottimismo e stabilità - evidenzia Marco Caprai, patron della cantina Arnaldo Caprai e nella giunta nazionale di Confagricoltura - L’export del vino umbro non fa registrare grandi numeri nei paesi dell’Est per cui a preoccupare non è questo aspetto quanto piuttosto quello legato ai risvolti indiretti del conflitto. Non si trova più il vetro, la carta, il cartone e i tappi. I container per il trasporto delle bottiglie hanno raggiunto cifre spaventose, siamo passati dalle mille alle 10 mila euro nel giro di un anno. I rincari energetici stanno diventando sempre più incisivi, basti pensare al prezzo del gasolio agricolo che è letteralmente raddoppiato in pochi mesi. L’impennata del costo del gas, utilizzato nel processo di produzione dei fertilizzanti, ha fatto schizzare verso l’alto i prezzi dei concimi, con l’urea passata da 30 euro a 80 euro a quintale. Oltre ai costi dell’energia alle stelle - evidenzia Caprai- l’agricoltura dell’Umbria deve fronteggiare il problema di un inverno straordinariamente siccitoso di cui tra luglio e agosto vedremo purtroppo le conseguenze”. Per Caprai è necessario che la Comunità europea riveda le sue strategie di intervento.
Rincaro dei prezzi dell'energia a causa della guerra: Cartiere di Trevi sospende la produzione
“Le imprese non resisteranno al colpo della guerra se non si troverà un punto di svolta - dice Caprai - l’Europa deve tornare a far leva sui temi che avevano portato i padri fondatori a riunirsi, quindi acciaio, carbone a politiche agricole. Siamo stati traditi, abbiamo pensato che fosse meglio far produrre agli altri perché costava di meno e, invece, questo sistema sta rischiando di schiacciarci”. Anche la produttrice Chiara Lungarotti evidenzia le difficoltà a reperire il vetro, i cartoni e le capsule in alluminio. “Un problema che si è ulteriormente aggravato perché da tempo le aziende - che appartengono a comparti energivori - ci stanno proponendo bottiglie, tappi ed etichette con listini aumentati per via delle bollette in rialzo”, spiega. Sono produzioni di bottiglie, tappi ed etichette con listini aumentati per via delle bollette in rialzo”, spiega. “Ritengo ci siano vergognose speculazioni sui costi delle materie energetiche - aggiunge - L’auspicio è che questa folle guerra cessi al più presto, in primo luogo perché sta creando morte e distruzione e poi perché sta mettendo in crisi l’economia mondiale”.
Prezzo metano record, i gestori: "Costretti a chiudere"
Le aziende vinificatrici in Umbria sono 1.356, numero che si è asciugato rispetto ai tre anni precedenti, quando operavano in regione 1.596 aziende che producevano vino. Il contributo del territorio alla produzione nazionale del vino si attesta allo 0,8% (ultimo aggiornamento disponibile al 2020 fonte Ismea). Per quanto riguarda le esportazioni fuori dall’Italia, dei 444.640 ettolitri prodotti nel 2019, il volume delle esportazioni è pari 6.530 ettolitri.