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Umbria, il nuovo direttore dell'Usr Sergio Repetto: “La priorità è colmare gli organici”

Sabrina Busiri Vici
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Sergio Repetto, 55 anni, di origine cagliaritane, laurea in Scienze politiche, dal primo marzo è alla guida dell’Ufficio scolastico regionale (Usr). Una nomina molto attesa dopo il trasferimento di Antonella Iunti in Calabria avvenuto lo scorso ottobre. Periodo in cui le attività, aggravate dall’emergenza imposta dal Covid, sono state tutte seguite dal dirigente dell’Ufficio scolastico di Terni, Alessandra Giuliani, che si è dovuta fare letteralmente in quattro. Con l’arrivo di Repetto, dal 2015 a febbraio 2022 vice direttore generale dell’Usr Sardegna, la situazione va ritrovando il giusto assetto.
Repetto, qual è stato il primo impatto all’arrivo nell’Ufficio scolastico regionale dell’Umbria?
Ho apprezzato molto il fatto che, pur essendoci un evidente sotto organico, ho trovato persone professionalmente preparate che si duplicano e triplicano pur di tenere il punto.
C’è un piano di adeguamento del personale?
Assolutamente. Il Ministero sta facendo molto: è infatti in corso di espletamento il concorso Ripam grazie al quale sono arrivati dal 3 marzo tre funzionari giovanissimi che già abbiamo dislocato nel rispetto degli equilibri territoriali. A questi si aggiungeranno ulteriori rinforzi nell’anno in corso con il compimento di un altro concorso.

 

 

Resta ancora vacante il posto di dirigente dell’ufficio scolastico di Perugia?
E’ in corso una procedura di mobilità, da altre amministrazioni, per provvedere a questa nomina.
Emergenza nell’emergenza: come vi state organizzando per l’inserimento di bambini e ragazzi ucraini nell’attività didattica?
Il ministro Bianchi ha stanziato un milione di euro a livello nazionale per far fronte all’emergenza ucraina con corsi di lingua e supporti psicologici. Lo stanziamento c’è, ora si deve capire il fabbisogno relativo alle realtà territoriali. Per fare questo è quindi necessario censire gli ingressi: dati che hanno le Prefetture. A noi, in particolare, interessa rilevare gli ingressi in età scolare per poterli poi comunicare a livello centrale e ottenere così fondi e direttive mirate.
A che punto siamo?
L’Umbria è in linea con le altre regioni d’Italia. Intanto abbiamo inviato richieste formali dei dati alle Prefetture di Perugia e Terni.
Le risorse aggiuntive per l’insegnamento previste dall'emergenza Covid risultano a oggi sufficienti in Umbria?
Stiamo cercando di ripartire al meglio, tra le varie scuole, il nostro pacchetto aggiuntivo di docenti per il recupero degli apprendimenti.
Quali probabilità ci sono che l’organico aggiuntivo diventi strutturale?
Non dipende da me, possiamo sperare in ulteriori proroghe anche dopo la fine dello stato di emergenza.

 

 

Quali sono le aree con maggiori criticità nella nostra regione?
In provincia di Perugia abbiamo un’attenzione particolare per l’area del terremoto, Norcia e la Valnerina, dove abbiamo una situazione delicata rispetto alla formazione delle classi tanto che è prevista una deroga rispetto ai numeri minimi imposti dalla legge. In provincia di Terni, invece, abbiamo la necessità di affrontare il problema dello spopolamento nell’Alto Orvietano.
Cercherete di rafforzare l’offerta formativa in queste zone?
Sì, al fine proprio di evitare l’abbandono di alcune realtà territoriali a causa di numeri troppo bassi.
Fondi Pnrr, una grande opportunità per la scuola umbra: cosa si prospetta?
Nella programmazione sono aiutato dalla dottoressa Anna Pistoletti che proprio ieri mi ha illustrato tutta una serie di attività che si sta facendo per programmare la gestione dei fondi, monitorarla e portarla a termine nel rispetto di obiettivi e tempi.
Quali saranno, anche in questo caso, le priorità?
Si parte dalla scuola dell’obbligo e si va a salire. Tutto negli ambiti previsti da questo tipo di fondi che sono: il servizio istruzione, il miglioramento degli edifici e la creazione di ambienti di apprendimento moderni, ovvero che tengano conto delle innovazioni didattiche e tecnologiche.