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Spoleto, uova contro la casa dei profughi ucraini, i residenti: "Non era un gesto rivolto a loro"

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A Spoleto il lancio di uova contro la casa che ospita profughi dell'Ucraina, non sarebbe stato causato dalla presenza degli ospiti, arrivati dal Paese in guerra. Ne sono convinti i residenti della zona. “Sentiamo di poter escludere categoricamente che il lancio di uova contro la facciata dell'abitazione possa essere riconducibile all’arrivo della mamma e dei due bimbi ucraini”. A dirlo è Massimo, uno dei residenti del palazzo accanto al monolocale che ospita la famiglia in fuga dalla guerra, spiegando che dopo l'atto vandalico, verificatosi poche ore prima dell'arrivo dei profughi, è stata organizzata “una riunione di condominio tra i proprietari degli appartamenti”, mentre altri abitanti della zona, che si trova alla prima periferia di Spoleto, sono stati sentiti sull'episodio.

“Tutti hanno escluso che ci possa essere una correlazione” tra il lancio di uova e l'accoglienza degli ucraini “anche perché – va avanti Massimo - nessuno di noi era al corrente dell’iniziativa di accoglienza, anzi pensavamo che lì abitasse ancora l’affittuaria”. Il caso è stato denunciato dai proprietari dell’abitazione, Giorgio e Rita, anche alle forze dell’ordine che, una volta appreso dell’arrivo di mamma e dei due figlioletti, hanno ritenuto opportuno compiere dei passaggi di controllo nella zona. “I profughi ucraini – va avanti Massimo – sono i benvenuti qui e ci siamo anche attivati con la parrocchia per capire come possiamo essere utili sia materialmente che nella quotidianità, considerando che molti hanno figli coetanei ai due bimbi arrivati dall’Ucraina”. Il lancio di uova, secondo i condòmini, va inquadrato come “una diabolica coincidenza e due sono le nostre ipotesi: l’atto vandalico di un passante o qualche bega di vicinato, ma l’unica certezza che ci sentiamo di fornire è che nessuno qui ce l’ha coi profughi ucraini”.

Intanto la Caritas diocesana di Spoleto Norcia annuncia di aver accolto una quarantina di profughi provenienti dall’Ucraina. “Siamo veramente commossi dalla grande generosità della nostra gente a favore dei fratelli e delle sorelle che scappano dalla guerra”. Si esprime così don Edoardo Rossi, direttore della Caritas, per dire grazie a quanti hanno messo a disposizione degli alloggi e altri aiuti per i profughi: famiglie, parrocchie, conventi, monasteri, strutture diocesane. “Posso testimoniare l’immensa sensibilità della nostra gente: in tanti chiamano e si mettono a disposizione”. Le strutture per l’accoglienza dei profughi sono dislocate in tutti i Comuni della Diocesi. “Nei prossimi giorni ne arriveranno altri dieci”. La Caritas ha attivato un conto corrente (Iban: IT 16 Q 02008 21804 000 1052 33214, agenzia Unicredit di Spoleto) per quanti volessero contribuire economicamente. La raccolta di beni avviene invece nei locali della ex chiesa parrocchiale di San Nicolò in Spoleto, dal lunedì alla domenica, dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18. (Foto di archivio).