
Umbria, rincaro dei prezzi dell'energia a causa della guerra: Cartiere di Trevi sospende la produzione

“Una sola parola: insostenibile. Possiamo superare ogni difficoltà, ma contro questi prezzi, ci dobbiamo arrendere". Parla Franco Graziosi, amministratore delegato delle Cartiere di Trevi. Da lunedì ha sospeso l'attività. C'erano delle manutenzioni programmate da fare, e questa era l’occasione giusta, anche se lo stop verrà prolungato a causa dell'aumento insostenibile dei costi del gas anche a seguito del conflitto in Ucraina. “Fermiamo la produzione per manutenzioni, ma siamo costretti a una fermata molto più lunga, saranno dieci giorni. Voglio precisare che tutti gli ordini e le consegne previste non subiranno ritardi”, continua Graziosi.
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L'impossibilità di riattivare il processo produttivo - spiega - è nei numeri: se il prezzo del gas naturale (calcolato sulla base del Ttf, acronimo di Title transfer facility, ossia l'indice di borsa del mercato europeo) negli ultimi 20 anni è stato tra i 16 e i 30 euro per megawattora, quindi sostenibile per le imprese, tra il 2021 e il 2022 è arrivato tra 60 e 110 euro per Mwh, comunque “gestibile”. In questi giorni siamo ben oltre i 200 con un picco di 320 euro per mwh toccato il 7 marzo, dopo il conflitto in Ucraina. “Insostenibile” ribadisce Graziosi. “Impossibile fare un prezzo di vendita con questa volatilità”. Cartiere di Trevi è attiva da 60 anni e mai aveva dovuto bloccare l'attività per i costi dell'energia. Tra il 2021 e il 2022, in pochi mesi si era vista aumentare la bolletta energetica da 325 mila a 1.250.000 euro in attesa delle prossime a 1.500.000 euro. Ma era riuscita a controbilanciare con i numerosi ordini. Dall'inizio di marzo gli stessi ordini si sono bloccati, fa sapere Graziosi.
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Aziende come la sua, autoproduttrici di energia, sono penalizzate due volte. Acquistano metano, producono energia e vapore nel caso specifico per muovere i macchinari e asciugare la carta, ma devono pagare per emissioni in atmosfera richieste dagli accordi europei per bilanciare l'impatto. Altra mazzata. Le quote CO2 fino a qualche mese fa erano sotto i 10 euro. Adesso siamo oltre i 90. “Siamo nel bel mezzo di uno shock energetico e se si fermano le cartiere, l’intera filiera si blocca e stop a scatole, carta igienica, carta da stampa, economia circolare con il riciclo dei rifiuti della raccolta differenziata”, conclude Graziosi. Da lunedì anche Tagina - azienda del settore della ceramica che fa capo Saxa Grès- a Gualdo Tadino, ha spento i forni a causa del caro energia seguito all’invasione russa in Ucraina. Anche gli altri stabilimenti del gruppo hanno sospeso la produzione. “Purtroppo dobbiamo spegnere nuovamente i forni - aveva dichiarato al Corriere dell’Umbria il presidente, Francesco Borgomeo - Così è impossibile pensare di produrre. Non sappiamo ancora quanto durerà questa nuova fermata. Speriamo una settimana, al massimo dieci giorni”.
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