
Festa della donna in Umbria, lo sfogo di una maestra precaria da venti anni

Venti anni da precaria. E' la storia di Angela Bugiantelli, insegnante di scuola primaria con diploma magistrale, che per una serie infinita di vicissitudini nonostante la competenza e preparazione, non riesce a entrare di ruolo. L’ultimo colpo basso è arrivato il 9 agosto 2021 quando, con una mail, il Miur le ha comunicato la cessione del posto che le era stato assegnato, con riserva, quattro anni prima. Questo per effetto del pronunciamento del Consiglio di Stato che ha bocciato il contratto delle docenti in possesso del diploma magistrale ma non del titolo in Scienze della formazione che dal 2001 è diventato indispensabile per ottenere il ruolo nella scuola primaria. Appare inutile anche il ricorso a un eventuale giudice del lavoro. Così come sembrano essere finiti nel vuoto i tanti proclami della politica affinché alle maestre senza laurea non fosse negato un diritto ormai praticamente acquisito.
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“Così a settembre ho dovuto ricominciare da capo - racconta Angela, sposata e mamma di tre bambini - e per un errore dell’algoritmo mi hanno affidato una cattedra a 40 chilometri da casa nonostante fossi terza in graduatoria”. Un trauma anche per i tanti bambini con cui era stato avviato un percorso didattico che stava dando proficui risultati. La vicenda è travagliata. Angela Bugiantelli si è diplomata nel 2002 e ha cominciato a lavorare, già dall’anno seguente, nelle scuole private paritarie. Un bagaglio di esperienza che però non le è servito quando, nel 2018, è stato indetto un concorso straordinario riservato alle maestre senza laurea ma con almeno due anni di servizio. Ma nella scuola pubblica. Dove invece la docente aveva iniziato a lavorare solo l’anno prima dopo aver rinunciato a un contratto a tempo indeterminato nel privato e dopo aver superato egregiamente l’anno di prova. “Rappresento una categoria ormai bistrattata e sfruttata - dice Angela - In questi due anni di pandemia abbiamo dovuto reinventarci, reinventare la nostra didattica, reinventare il nostro rapporto con i bambini e con le famiglie. Chiediamo a gran voce di essere stabilizzate, da troppo tempo abbiamo contratti frammentari che ci costringono alla precarietà. E’ vergognoso - continua il modo in cui la nostra professionalità viene così pesantemente sbriciolata”.
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Un po’ un paradosso in un momento così delicato in cui gli insegnanti di scuola elementare mancano e sempre più spesso vengono chiamate in cattedra anche persone senza esperienza. Adesso Angela Bugiantelli sta di nuovo tentando la carta del concorso. “La prima prova sembra essere andata molto bene - evidenzia - ma anche qui emergono delle contraddizioni di fondo: i giorni del concorso non mi vengono considerati come lavorativi, appaiono come assenze ingiustificate, quindi non sono retribuiti. E’ stato bandito il bando per insegnanti di sostegno e siccome i posti in palio erano soltanto due le prove si svolgono a Firenze. Anche in questo caso i giorni non sono retribuiti e le spese da sostenere, comprese quelle per il viaggio, sono a carico dell’aspirante insegnante. Oltre al danno, la beffa”.
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