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“Zaporizhzhia, un impianto della potenza pari a 800 bombe atomiche”. Le valutazioni di due docenti universitari di Perugia

Sabrina Busiri Vici
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Zaporizhzhia? La centrale nucleare colpita è due volte più potente di Chernobyl ma intrinsecamente più sicura”. Lo hanno detto al Corriere dell’Umbria i professori Franco Cotana e Federico Rossi del dipartimento di Ingegneria dell’Università di Perugia, spiegando come l’incendio alla centrale nucleare in Ucraina non abbia prodotto innalzamenti della radioattività rilevata.

 

 

In questo caso i sei reattori (di sei cigawatt) , se dovesse accadere un incidente come quello di Chernobyl, si spegnerebbero automaticamente”, spiega Rossi. A dare questa sicurezza è “il coefficiente di voto negativo, si chiama così”, precisano “ovvero se va via l’acqua i reattori si spengono”. E i professori aggiungono: “E’ ovvio che, se i russi dovessero bombardate il contenitore (vessel, è il nome tecnico) della centrale, il rischio di dispersione di materiale radioattivo sarebbe inevitabile. Ma comunque non esploderebbe il contenitore, in questo caso, si spaccherebbe”. E c’è una ulteriore rassicurante precisazione da parte del professor Rossi: “La centrale in questione non contiene grafite perciò c’è meno probabilità, in un evento infausto, di contaminare localmente il terreno come è avvenuto nel 1986”.

 

 


Il livello di attenzione comunque si alza soprattutto in funzione delle grandezza della centrale. “Le dimensioni di Zaporizhzhia sono il doppio di quelle di Chernobyl”, puntualizza Rossi. “E tre volte maggiori della centrale di Civitavecchia, la più grande che abbiamo in Italia”, ricorda Cotana.  La centrale di Zaporizhzhia, infatti, è la prima in Europa e la quinta nel mondo. E per dare un ulteriore elemento di paragone: “Chernobyl è pari a 400 bombe di Hiroshima come quantità di materiale nucleare - spiegano - Zaporizhzhia, come detto, è il doppio”. 
L’Ucraina ha una decina di centrali nucleari - concludono- , non tutti in funzione, attualmente Zaporizhzhia produce la metà dell’energia del paese, equivalente al 15% dell’Italia”. Possiamo sentirci al sicuro? “Non c’è da fare allarmismo ma meglio prendere pillole di iodio - concludono-: impediscono alla tiroide di assorbire le radiazioni”. In alcune nazioni è già scatta la corsa nelle farmacie.