
Terni, domiciliari confermati per il 59enne che ha sparato a un giovane in via Visetti

Conferma degli arresti domiciliari. E’ quanto ha stabilito il giudice Barbara Di Giovannantonio, in linea con quanto chiesto dal pm Raffaele Pesiri, per il 59enne che nel tardo pomeriggio di giovedì 10 febbraio 2022 ha fatto fuoco con una pistola contro un 33enne ternano che conosceva già da tempo, ferendolo gravemente. L’episodio è avvenuto nei pressi dell’abitazione del 59enne, in via Visetti, fra via Staderini e Villaggio Matteotti.
Arrestato 59enne che ha sparato con la pistola a giovane in via Vissetti
Nel corso dell’udienza, tenutasi la mattina di sabato 12 febbraio 2022 in tribunale, l'uomo che ha sparato – incensurato – ha ribadito quanto già rappresentato in un primo momento agli inquirenti e quindi al suo legale difensore, l'avvocato Francesca De Nicola, ovvero di aver usato la pistola, armata con proiettili non letali e di libera vendita, in un momento di particolare paura e tensione, derivate dal fatto che il giovane voleva entrare ad ogni costo nella sua abitazione.
Lì il 59enne era stato raggiunto poco prima da una sua amica 22enne ternana, arrivata sul posto a bordo della propria auto e in compagnia del 33enne. Era stato lo stesso uomo, dopo aver sparato, a sincerarsi delle condizioni del ferito, facendo chiamare i soccorsi del 118 da una vicina e tamponando con un asciugamano il sangue perso dal giovane, poi trasportato in ospedale e operato d’urgenza. Le condizioni di quest’ultimo sono stabili ma il pericolo di vita sarebbe, per fortuna, scongiurato.
Giovane ferito a colpi di fucile. Ricoverato all'ospedale in gravi condizioni
Per la procura ternana, il gesto del 59enne è legato a motivazioni ‘futili’ – forse anche in ragione che la prima richiesta del 33enne di entrare in casa era stata motivata con l’esigenza di ricaricare la batteria del proprio telefono – e tale da cagionare, in maniera dolosa, lesioni gravi. Di contro per la difesa – che nel corso del prossimi giorni probabilmente presenterà un’istanza per chiedere la remissione in libertà dell'arrestato – il tutto si sarebbe svolto in un quadro di accidentalità unita a paura, a causa del ‘crescendo’ – dai messaggi alle telefonate ripetute, alle urla, al tentativo di accedere in casa dalla finestra – che avrebbe caratterizzato la condotta del giovane rimasto ferito.
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