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Perugia, altri tre incidenti stradali in poche ore. Fiab: "Servono le zone a 30 km orari"

Alessandro Antonini
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Altri tre incidenti in poche ore. Il primo alle 11.40 in zona percorso verde: frontale tra due macchine, la conducente di uno dei due veicoli ferita e portata al pronto soccorso dell’ospedale di Perugia per le cure del caso. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, un’ambulanza del 118 e la polizia locale.

Poche ore dopo doppio incidente rispettivamente in via Sant’Antonio e in via Cortonese. E’ di venerdì la cronaca di due pedoni investiti, entrambi ancora ricoverati. Solo qualche giorno fa, il medico Sergio Cecconi ha perso la vita tra Pianello e Ripa, mentre stava camminando sul ciglio della strada, investito da una persona alla guida di un Suv. La moglie si trova tuttora ricoverata in gravi condizioni nel reparto di neurochirurgia.

Sulla pericolosità delle strade soprattutto per i pedoni interviene Fiab Perugia pedala. “Le nostre strade - scrive in un post sui social la Federazione italiana ambiente e bicicletta sezione di Perugia - sono luoghi insicuri . Certe categorie di persone sono particolarmente esposte al rischio della vita: pedoni, ciclisti, persone anziane, disabili, bambini. Cosa si aspetta a considerare questo un'emergenza? Si ha la sensazione che a livello politico non si ha nemmeno la percezione che si tratti di un problema”. Per la Fiab Perugia pedala servono “provvedimenti che costringano gli automobilisti a rispettare i limiti, a ridurre il numero di auto in circolazione. Serve una città 30, o almeno con zone 30 (limite di 30 km orari, ndr), dove le varie utenze possano condividere la strada”. Sono nove le zone 30 previste dal Pums: sono pronti anche i finanziamenti ma i lavori non sono partiti se non nel caso del Bellocchio. “Come già scrivemmo quando venne investito e ucciso il piccolo Niccolò a Ponte Valleceppi, noi non ci abitueremo a considerare queste morti o questi incidenti come delle fatalità, perchè non lo sono; sono invece le conseguenze di (non) scelte ben precise in tema di mobilità e di modello di città”, conclude Fiab.