
Perugia, per la nuova sede della centrale unica del 118 spunta l'immobile di Umbria salute a Monteluce

Sul futuro di Monteluce si staglia una intricata serie di trasferimenti di immobili e dipendenti pubblici (280) ancora in fase di stallo. Proviamo a ricostruirla, partendo dalla notizia: l’attuale sede di Umbria salute e la vicina palazzina che ospita il Nus sono gli immobili al vaglio dell’azienda ospedaliera per il trasferimento della centrale unica del 118 dal Santa Maria della Misericordia all’area di via del Giochetto.
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Ma prima Umbria salute e Umbria digitale - partecipate regionali confluite dal 1 gennaio in Puntozero - devono individuare un nuovo stabile per trasferirsi: qui c’è un avviso pubblico che scade il 28 gennaio con offerta massima di 3,5 milioni. Il locale per cui è stata attivata l’indagine di mercato dovrà essere idoneo per 130 persone e disponibile dal luglio prossimo. Oltre all’ipotesi Centova - dove attualmente ha sede l’ex Umbria digitale - c’è la possibilità per Puntozero di occupare due piani del comparto ancora non terminati della Nuova Monteluce, per cui è stato asseverato un piano di salvataggio dal default da parte del fondo Amco (Mef) da 7 milioni di euro.
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Ci sono tre mesi di proroga per chiudere una partita da due milioni con una banca tedesca quotista che ha detto no al risanamento. Senonché parte di quell’immobile è occupata da 150 dipendenti del Comune di Perugia che dal 2018 attendono di essere trasferiti all’ex convento. Ma qui i lavori non sono conclusi. La paralisi dura da anni. Sempre nel comparto della Nuova Monteluce deve essere completata la palazzina Usl 1 che dovrà ospitare gli uffici e i dipendenti del distretto di via XIV Settembre, ospitato in un immobile che cade letteralmente a pezzi. Non ci sono solo gli enti pubblici bloccati: la clinica privata Porta Sole, che ha pagato 700 mila euro di oneri di urbanizzazione per la nuova struttura nel comparto in questione, attende la cessione dei parcheggi. “Fino ad oggi c’è stata immobilità da parte dell’amministrazione comunale e del fondo, con un continuo scaricabarile - spiega Marco Cucchia, uno dei titolari della clinica- e con il paradosso che nell’area in questione, che versa da anni in stato di abbandono, non possiamo neanche intervenire a titolo gratuito per limitare il degrado”.
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