
Umbria, paga per fingere la vaccinazione: denunciata

Tra i 70 denunciati che hanno pagato tra i 300 e i 450 euro per fingere di vaccinarsi c’è anche una donna di origini russe residente a Città di Castello. Si tratta di una 36enne che risulta essere una ballerina in un night club. Anche lei, all’alba di lunedì mattina, è arrivata l’informazione di garanzia notificatale dagli agenti della squadra mobile di Ancona guidata da Carlo Pinto. Gli stessi agenti che avevano piazzato le telecamere nascoste all’interno dell’hub vaccinale Paolinelli di Ancona dove l’infermiere 51enne, Emanuele Luchetti, dietro pagamento, buttava dosi di vaccino nel cestino, fingendo invece di averle somministrate. Anche la 36enne russa, secondo la Procura della Repubblica di Ancona, ha fatto la stessa cosa. Pure lei è passata per il Paolinelli ed è uscita con un cerotto sul braccio, bluffando sulla vaccinazione per avere un green pass. La donna rientra tra i primi 50 individuati dagli inquirenti, tutte persone, come la russa, accusate di corruzione, falso e peculato in concorso. Ma l’inchiesta è destinata ad allargarsi. Già ieri gli investigatori stavano identificando altre 20 persone che hanno pagato per avere una dose per finta. E chissà che non ci siano anche altri umbri coinvolti. Il ‘gancio’ della ballerina russa è stata Daniela Maria Zeleniuschi, la commessa che - insieme all'avvocato anconetano, l'imprenditore edile il ristoratore di Civitanova Marche - faceva da tramite tra l’infermiere corrotto e i potenziali clienti. E proprio Zeleniuschi sembra aver avuto diversi contatti in Umbria.
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L’inchiesta, che ha portato in carcere Luchetti e gli altri ai domiciliari è partita grazie a un medico dell’hub vaccinale di Ancona. Un odontoiatra che si è accorto di quello che faceva l'infermiere e che gli ha fatto credere di essere suo complice, andando invece a raccontare tutto alla squadra mobile di Ancona, che ha indagato sotto la direzione del sostituto procuratore Ruggiero Di Cuonzo.
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Agli atti dell’inchiesta - che ha portato anche all’emissione di 45 misure di obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria - ci sono video in cui l’infermiere si vede buttare il contenuto delle siringhe nel cestino della spazzatura e poi applicare il cerotto come nulla fosse. E ci sono anche intercettazioni, tante intercettazioni. L’infermiere al telefono dice: “Tutto si poteva pensare meno che in un anno compravo casa”. Ogni vaccino falso costava da 300 a 450 euro. I poliziotti hanno sequestrato 18 mila euro. Ma il dubbio di chi indaga è che i falsi green pass siano partiti molto tempo prima dell’inizio dell’inchiesta a dicembre. Del resto, lo stesso infermiere diceva “Non siamo partiti adesso con questo discorso qui”.
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