
Po' Bandino, un prete tra i pali: la storia di Don Samy

“Ho la passione per questo sport da quando sono piccolo, pensavo di dover smettere in seminario”
"Quando sono entrato in seminario e poi sono diventato sacerdote, pensavo di non poter più giocare a calcio. Invece, fortunatamente, ho capito che avrei potuto continuare con questa mia passione”. A parlare è don Samy Abu Eideh, parroco di Po’ Bandino (frazione del Comune di Città della Pieve) e portiere della locale squadra che milita nel campionato di seconda categoria. I suoi compagni, a ottobre, l’hanno chiamato “l’uomo della provvidenza”. Sì, perché il portiere titolare era stato assunto nella polizia e aveva dovuto lasciare i guantoni. Così il Po’ Bandino si sarebbe trovato con solo un portiere. Il caso ha voluto che in quel momento don Samy arrivasse in parrocchia e si presentasse al presidente del club biancoverde, che lo ha accolto a braccia aperte. “Io sono stato nominato parroco di Po’ Bandino a settembre e sono arrivato in parrocchia a ottobre – spiega don Samy- Ho sempre giocato a calcio e immediatamente ho manifestato interesse al presidente della squadra, che mi ha detto di passare al campo e che mi avrebbe accolto volentieri. Così io, scherzando ma nemmeno troppo, ho suggerito al presidente che sarei potuto anche scendere in campo e così è nato tutto”.
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Il suo percorso tra i pali inizia tra le fila del Santa Lucia, squadra di quartiere perugina. Da lì don Samy si è spostato prima alla San Marco Juventina, fino alla juniores, poi ha lasciato per degli impegni e in seguito ha ripreso con il Madonna Alta per arrivare poi, finalmente, a difendere la porta del Po’ Bandino.
“Quando sono entrato in seminario il mio pensiero era quello di dover smettere di giocare a calcio – commenta – Questa è una passione che ho fin da quando ero bambino (ora ha 35 anni, ndr), e dover lasciare mi sarebbe dispiaciuto. Invece ho scoperto che in seminario eravamo veramente in tanti ad avere la passione per questo splendido sport. Giocavamo di giorno e qualche sera ci ritrovavamo per guardare le partite in tv. Abbiamo anche organizzato e partecipato a dei tornei con altri seminaristi e con dei frati, pure a livello nazionale. Insomma, avevo capito che non era impossibile far conciliare entrambe le cose”. Il 29 giugno scorso, però, don Samy è stato ordinato sacerdote.
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“In quel momento è tornato in me il pensiero di dover lasciare il calcio. Pensavo non fosse possibile trovare del tempo per la mia vita da parroco e per quella da calciatore. Per me lo sport è sì svago e divertimento, ma anche tanta aggregazione. Fortunatamente a Po’ Bandino ho trovato un ambiente molto accogliente e disponibile. I miei compagni mi hanno accolto subito bene, all’inizio erano un po’ preoccupati ma io ho subito detto loro che in campo non ero don Samy, ma semplicemente Samy, un ragazzo come loro. Magari avevano e hanno ancora paura di dire parolacce o di bestemmiare, ma io li tranquillizzo sempre. In campo comunque mi chiamano tutti don. La mia presenza al campo, inoltre, è un bel segnale anche per i giovani ragazzi della parrocchia”. Don Samy, per il momento, è riuscito solamente una volta a far parte dei convocati del club. “L’ultima partita che abbiamo giocato in casa, a dicembre, ce l’ho fatta. In trasferta è più difficile perché io comunque la mattina ho messa alle 11,30. Agli allenamenti, però ci sono sempre. Speravo di partire con il piede giusto in questo 2022, ma per il momento hanno fermato i campionati. Speriamo di poter riprendere al più presto per continuare a dare il mio contributo ai miei compagni”, conclude don Samy.
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