Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Terni, multe non pagate 2014-2015: in arrivo pignoramenti e fermi amministrativi

Giorgio Palenga
  • a
  • a
  • a

Il Covid aveva concesso una tregua, con la decisione di sospendere l’esecutività di tutte le cartelle esattoriali, ora però bisogna passare all’incasso, con pignoramenti e/o fermi amministrativi, anche perché il “buco” nel bilancio municipale da ripianare è di oltre 4 milioni e 200 mila euro per le sole annualità 2014-2015.

Il Comune di Terni ha dato mandato a una società specializzata di rendere esecutivi gli avvisi relativi alle infrazioni al codice della strada, e alle multe in genere elevate dalla polizia locale, relativi a sette-otto anni fa, tutti atti già notificati prima della pandemia che era stati poi “congelati” proprio per non creare ulteriori problemi economici a chi si trovava a fare i conti con le pesanti conseguenze della situazione legata all’emergenza sanitaria. Ora, però, bisogna tornare alla normalità e occorre anche ripianare i debiti con la pubblica amministrazione, in questo caso relativi proprio alle multe.

 

Il Comune ha così incaricato la società Ica srl di Roma, che già svolge analogo servizio in altri settori dell’amministrazione comunale, a provvedere alla riscossione coattiva di tutte le sanzioni amministrative elevate nel periodo di cui sopra dagli agenti municipali.

“Si tratta di un atto dovuto – spiega l’assessore al bilancio, Orlando Masselli – che viene avviato d’ufficio dal dirigente del settore interessato, in questo caso la comandante della polizia locale, Gioconda Sassi. Dal canto nostro, intendo come giunta, non possiamo che sollecitare il disbrigo di queste pratiche perché si tratta di somme importanti che, per un Comune come il nostro, reduce dal dissesto, vanno assolutamente recuperate prima che scatti la prescrizione. In questo caso bloccata, fino a oggi, dalla pandemia”.

Va ricordato che l’incasso delle multe non pagate era stato affidato, nel febbraio del 2017, alla partecipata Terni Reti. Poi, dopo lo stop legato all’emergenza pandemica, lo scorso mese di marzo 2021 la stessa azienda municipalizzata aveva comunicato di non voler proseguire ad adempiere all’incarico, più che altro per problemi organizzativi, visto che la mole di lavoro è ingente.

 

Nello specifico, l’incarico conferito dal Comune alla società Ica prevede che la stessa “ri­notifichi tutte le ingiunzioni temporaneamente ‘sospese’ in forza delle superiori normative Covid, ovvero procedere a solleciti, preavvisi di fermi amministrativi, fermi amministrativi, pignoramenti e quant’altro necessario al fine di assicurare tutte le utili procedure finalizzate all’incasso di quanto ancora a credito dell’Ente”.

Gli oltri 4 milioni e 200 mila euro derivano dalla somma di quanto reclamato nel 2014, pari a 1.815.306,03 euro, e nel 2015, ovvero 2.416.904,27 euro. Il Comune ha consultato altre società specializzate e il preventivo di spesa dell’Ica è risultato il più basso, pari a 22.500 euro (1,50 euro + Iva per ciascun atto), per una spesa complessiva di 27.450 euro.