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Terni, giovane perseguita donna di 48 anni. La Procura chiede il rinvio a giudizio

Un uomo di 44 anni nei guai per stalking

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A Terni la Procura della Repubblica ha chiesto il rinvio a giudizio per un giovane di 29 anni accusato di stalking su una professionista ternana. L'arresto, con applicazione dei domiciliari poi tramutati a metà novembre in obbligo di dimora e di firma a Roma, era stato eseguito lo scorso 29 ottobre, su richiesta del pm Elena Neri e su disposizione del gip del Tribunale di Terni Simona Tordelli.

L'accusa mossa nei confronti dell'uomo, un 29enne residente nella capitale, era ed è quella di atti persecutori nei confronti di una libera professionista ternana di 48 anni, le cui denunce erano state raccolte dalla polizia postale e delle comunicazioni di Terni, che aveva indagato sui diversi episodi evidenziati dalla 48enne, avvenuti nel gennaio e nell'ottobre dello scorso anno. Per questa vicenda, la Procura della Repubblica di Terni, oltre a chiudere le indagini preliminari, ha chiesto il rinvio a giudizio dell'uomo e il Tribunale ha fissato l'udienza preliminare, dove si discuterà sul punto, per il prossimo 9 marzo di fronte al gup Barbara Di Giovannantonio. Per ciò che riguarda le accuse, il 29enne avrebbe reso impossibile la vita della professionista, agganciata apparentemente per caso.

La stessa sarebbe stata bersagliata nel corso del tempo con numerose telefonate - anche 77 in un giorno solo - sia sul suo numero personale che su quello dello studio. Irripetibili i contenuti delle chiamate che, in un alternarsi di molestie, offese e minacce, avevano quasi sempre un contenuto pesantemente a sfondo sessuale e osceno. Ogni volta il giovane, secondo la vittima e gli inquirenti, faceva delle avances triviali e insopportabili, in un contesto in cui fra la donna e il presunto stalker non c'erano mai stati elementi di conoscenza diretta né contatti pregressi. Il lavoro della polizia postale ternana ha consentito di individuarlo e quindi arrestarlo, mettendo fine ad un incubo con pesanti ripercussioni sulla vita personale e professionale della 48enne, costretta non solo a spegnere il proprio cellulare in numerose occasioni, ma anche a controllare in maniera ancor più scrupolosa gli accessi dei clienti nello studio e a farsi accompagnare ogni volta che usciva di casa. Fatti ora destinati a passare all'esame del gup del Tribunale.