
Minacce, umiliazioni e botte alla moglie: uno dei due figli chiama la polizia e lo fa arrestare

Ancora un episodio di violenza in famiglia. Stavolta è accaduto a Perugia, dove una donna di origine balcanica e i suoi due figli, entrambi minorenni, hanno vissuto un Natale all’insegna della paura. Ore di ansia e di terrore a causa delle condotte violente del marito. Violenze verbali, psicologiche ma anche fisiche, continue umiliazioni per futili motivi come il poco ordine, una cena poco appetibile o qualsiasi altro pretesto utile all’uomo per potersi sentire legittimato a offendere, umiliare, schiaffeggiare e spintonare la propria moglie e i figli.
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Proprio nel giorno di Natale le aveva intimato di non fare ritorno a casa facendo riferimenti espliciti alla sua incolumità e a quella dei figli. Per questo si erano rifugiati presso l’abitazione di un’altra persona. Due giorni fa, dopo l’ennesimo episodio di violenza, uno dei due figli ha chiesto l’aiuto della Polizia di Stato con una segnalazione alla Sala Operativa della Questura di Perugia. Tempestivo l’intervento degli agenti della squadra Volante che, una volta giunti presso l’abitazione, sono stati avvicinati dal figlio che per lo spavento era uscito fuori di casa in attesa dell’arrivo dei poliziotti. Dopo averlo rassicurato sono entrati nell’abitazione e hanno potuto verificare che, insieme alla donna e alla figlia visibilmente terrorizzate, era presente anche l’uomo che, in stato di alterazione psicofisica a seguito di un chiaro abuso di sostanze alcoliche, aveva distrutto le suppellettili di arredo presenti nell’appartamento.
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Gli agenti della squadra Volante, dopo aver messo in sicurezza la madre e i suoi due figli - sottoposti alle cure dei sanitari dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia a causa delle lesioni riportate - hanno fermato l’uomo e avviato tutti gli accertamenti di rito. Si tratta un cittadino di origini iugoslave di 51 anni che è stato accompagnato presso gli uffici della Questura di Perugia. Il cinquantunenne è stato arrestato per il reato di maltrattamenti in famiglia e condotto nel carcere di Capanne.
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