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Umbria, discoteche chiuse, la rabbia dei gestori: "Così ci rovinano"

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Le discoteche tornano in quarantena. Enzo Muscinelli, presidente regionale della Silb-Fipe, il sindacato dei locali da ballo, esprime tutta la rabbia dei gestori: “Quella del governo è stata una scelta scellerata e vergognosa - dice -. Le discoteche sono state chiuse dall’oggi al domani, senza nessun preavviso e nessun rispetto per il nostro comparto che ha invece bisogno di programmazione. Con questa decisione si favorirà di nuovo l’abusivismo e a Capodanno si tornerà a ballare ovunque tranne dove c’è la licenza che lo permette”. 

 

 

 


Secondo alcune stime della Silb-Fipe la serata di Capodanno garantisce alle attività circa il 15% del fatturato annuo. “Le serate di Capodanno, Halloween e Carnevale sono quelle che ci danno la giusta spinta, il nostro ossigeno - evidenzia Muscinelli -. Durante l’anno riusciamo a incassare il minimo per ripianare le spese e pagare gli stipendi, soltanto grazie a queste festività si riescono a far quadrare i bilanci. Con questa chiusura ci hanno rovinato”. Le discoteche e le sale da ballo erano tornate alla normalità soltanto lo scorso mese di ottobre dopo venti mesi di stop continuativi.

 

 

 

 

“Riaprire non era stato facile perché avevamo dovuto riorganizzare tutto il lavoro e rimettere in piedi lo staff - spiega Muscinelli - Ma ora si tornava a respirare un’aria di normalità e  ci eravamo già preparati per la festa di fine anno anticipando anche significative somme di denaro: scorte alimentari, artisti ingaggiati, personale di servizio reclutato. Per una serata come quella di Natale o Capodanno in un solo locale girano almeno 60/70 addetti. Ora è andato tutto all’aria. E il risultato sarà opposto a quello che si voleva ottenere: le persone che sarebbero andate in discoteca, in locali quindi ben arieggiati, dove i controlli sono rigorosi e l’uso delle mascherine obbligatorio, si riverseranno in luoghi improvvisati e senza regole.   Molto meglio sarebbe stato mettere l’obbligo del tampone per accedere nei locali da ballo”.
 Il comparto, in Umbria, conta circa mille addetti per una settantina di attività sparse nel territorio regionale. Muscinelli (titolare di una discoteca a Perugia e di un’altra ad Arezzo) si fa portavoce della rabbia dell’intera categoria: “Siamo stati i primi a chiudere, gli ultimi a riaprire, ora di nuovo i primi a richiudere - evidenzia - I ristori ricevuti sinora sono stati praticamente nulli, ben poca cosa davanti a un anno di incassi pari allo zero. Non crediamo più alle promesse e il sospetto è che la chiusura andrà avanti fino al 31 marzo ovvero fino al termine dello stato di emergenza. Di certo così si rovina un intero comparto, alcuni locali non hanno mai riaperto e probabilmente, a questo punto, non lo faranno più”.