
Orvieto, Vetrya: decaduto il consiglio di amministrazione, nominato il liquidatore

Si va verso il concordato preventivo in continuità indiretta. È questo lo strumento individuato ieri dall'assemblea straordinaria degli azionisti di Vetrya Spa. Al momento il consiglio d’amministrazione risulta decaduto ed è stata nominata in qualità di liquidatore la dottoressa Katia Sagrafena.
Vetrya, il cda delibera la messa in liquidazione: si va verso il concordato preventivo
“Abbiamo tutto l'interesse – assicura Luca Tomassini, presidente e amministratore delegato del Gruppo Vetrya – che restino più persone possibili anche perché ci sono settori come quello del cloud computing e dei media che vanno bene”.
L'impegno, dunque, è quello di valorizzare queste aree e, al tempo stesso, tutelare i posti di lavori. A fronte dell’attivazione formale da parte dell’azienda della procedura di licenziamento collettivo di 35 dipendenti e alla comunicazione di voler ricorrere ad una procedura concorsuale che consenta la continuità aziendale, anche la Regione si è attivata per la convocazione di un tavolo per esaminare la situazione.
“La posizione diretta e indiretta dell'ente – ha spiegato in consiglio regionale, l'assessore allo Sviluppo economico, Michele Fioroni – è estremamente marginale. Nel 2016, con la precedente amministrazione, è stata perfezionata la partecipazione in sede di quotazione dell’azienda sul mercato Aim effettuata da Vetrya. In quell'occasione Gepafin ha investito 99.960.000 euro in azioni con mezzi propri e 649.740 euro a valere sul fondo anti prisma”.
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Per martedì prossimo, 16 novembre 2022, è stato annunciato un tavolo tra società e organizzazioni sindacali per esaminare da vicino una vertenza “che – ha detto – purtroppo salta alla ribalta in maniera repentina, sebbene dei segnali di flessione dei ricavi c'erano stati già nel 2019 e nel 2020, anche se con percentuali così elevate”.
Per quanto di propria competenza, la Regione ha assicurato massima attenzione e la volontà di cercare di analizzare tutti i possibili strumenti da mettere in campo per garantire la tenuta occupazionale, eventuali percorsi di continuità e reindustrializzazione laddove possibile e, ancora, individuare ammortizzatori sociali per nuovi investitori o per garantire e agevolare la ricollocazione dei lavoratori presso altre imprese.
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