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Norcia, sono passati cinque anni da quel maledetto terremoto: "Lo Stato c'è ed è vicino alle popolazioni"

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Ieri mattina alle 7.40 in punto la comunità di Norcia ha ricordato il terremoto più forte, quello di magnitudo 6,5, che cinque anni fa, era una domenica mattina, ha terrorizzato per lunghissimi secondi le popolazioni più prossime all’epicentro, le stesse rimaste senza casa nel giro di mezzo minuto. “E’ il quinto anniversario ed è il più importante perché segna l'avvio reale della ricostruzione della nostra città", ha detto il sindaco Nicola Alemanno, davanti alla basilica di San Benedetto, rasa al suolo del sisma, a eccezione della facciata, e affiancato dalla sottosegretaria alla presidenza del Consiglio, con delega allo Sport, Valentina Vezzali, che nella Valnerina piegata dal sisma ha compiuto molti ritiri sportivi prima di affrontare Olimpiadi e altri tornei internazionali: “Sono certa che molto presto Norcia tornerà come prima e meglio di prima, la mia presenza oggi è la testimonianza che lo Stato c'è ed è vicino a questa gente”. Al momento di raccoglimento anche il capo Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio, il commissario straordinario alla ricostruzione, Giovanni Legnini, e la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, oltre ai monaci benedettini scesi da San Benedetto in Monte per ricordare quanto accaduto il 30 ottobre 2016.

 

 

Ma al ricordo, ieri a Norcia, si è inevitabilmente sommato il futuro, che qui passa per la ricostruzione di case, scuole, ospedali, aziende e patrimonio storico. Al Centro di valorizzazione del paese terremotato, infatti, l’amministrazione comunale ha allestito una mostra virtuale che rimarrà aperta per altri tre giorni con 29 “Progetti per una città che si ricostruisce”. Tra questi, inutile dirlo, quello per la ricostruzione della Basilica di San Benedetto, i cui lavori dovrebbero partire a breve e della concattedrale di Santa Maria. Oltre alla ricostruzione della “casa” del patrono d'Europa, in mostra i progetti per il recupero del palazzo Municipale, del museo della Castellina, del teatro, dell’ospedale, della residenza per gli anziani Ipab “Fusconi, Lombrici, Renzi”, del nuovo polo scolastico e delle mura urbiche con la ricostruzione di Porta Romana e Porta Ascolana.

 

“Oggi è un giorno dedicato al ricordo, ma al tempo stesso è anche momento per guardare al domani, alla rinascita di questi splendidi territori ed è per questo che ci siamo adoperati per accelerare la ricostruzione" ha detto Tesei, sostenendo che “stiamo ottenendo buoni risultati, ma dobbiamo continuare ad adoperarci affinché si riesca ad avere tanto la ricostruzione materiale quanto una rigenerazione delle comunità, ricreando socialità, facendo tornare i giovani nelle zone del cratere, contribuendo alla ripartenza dell'economia”. Sul punto la presidente ha detto che a tal fine la Regione sta “lavorando, con progetti concreti e interlocuzioni con il Governo, affinché si possano creare, accanto alla ricostruzione, le condizioni per rendere sempre più attrattive le zone interne, fornendole, ad esempio, di maggiori servizi per comunità ed imprese e colmando quel gap infrastrutturale che da sempre caratterizza i territori dell’Appennino".