
Umbria, prezzi in aumento per pane, pasta e pizza. Gli artigiani: "Impossibile resistere oltre ai rincari delle materie prime"

“Siamo decisi a tenere duro per evitare rincari ma da almeno un paio di mesi stiamo subendo una stangata dietro l’altra: aumenta il prezzo di gas ed energia elettrica, carta e cartone, farina, semola, zucchero, pomodoro, carne. Come potremmo resistere?”. Francesco Vestrelli, responsabile del settore manifatturiero di Cna Umbria, non nasconde la sua preoccupazione per quanto sta accadendo. “Le nostre imprese stanno cercando di andare avanti accollandosi i rincari - evidenzia - ma prima o poi una riflessione sull’argomento dovrà essere aperta”. I prezzi di pane, pasta e pizza che in Umbria, sinora, hanno miracolosamente retto, sono destinati ad alzarsi. “Per quanto ci riguarda siamo fermi sui prezzi dal 2012 - racconta Luigi Bonucci, titolare dello storico panificio Il Castellano di Città di Castello - Ma da due mesi stiamo subendo vergognosi aumenti che porteranno alla chiusura di moltissime aziende. I rincari hanno riguardato olio, farine, creme, pomodori, marmellate oltre a bollette di energia elettrica e gas. Purtroppo non ci rientriamo più, il ritocco del prezzo del pane sarà presto inevitabile e oscillerà, credo, tra il 10 e il 15%”.
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Giovanni Bianchini - apprezzato mastro pastaio di Foligno, titolare dell’azienda La Bolognese - fornisce qualche numero: l’aumento più elevato riguarda la semola di grano duro, quella con cui si fa principalmente la pasta che da fine settembre ha subìto un incremento del 30% che nei prossimi giorni arriverà al 40%. La carne - continua - è già aumentata di un euro al chilo. E’ aumentato il costo dell’acqua, del gas, dell’energia elettrica, dei trasporti, degli imballaggi. Per quanto mi riguarda, puntando esclusivamente sulla qualità, sono stato costretto a rivedere già qualche cifra. Il prezzo dei cappelletti, per esempio, è passato dai 16,80 ai 18 euro al chilo”. Luigi Faffa, al vertice di Assipan Umbria di Confcommercio e titolare del forno di Ponte Valleceppi la cui storia comincia nel lontano 1851, spiega che la situazione si sta facendo ingestibile.
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“Sembra quasi ci sia la volontà di mettere un freno alla classe media”, polemizza. E aggiunge: “In tutti questi anni i prezzi dei carburanti hanno subito una diminuzione cui non è corrisposto un adeguamento delle bollette, adesso, invece, gli aumenti si stanno ripercuotendo a macchia d’olio su tutto. In Umbria - aggiunge - abbiamo già difficoltà a fare rifornimento di alcuni prodotti, stiamo facendo ordini per l’anno nuovo perché cominciano a esserci problemi nelle consegne. Di certo serve una politica di contenimento dei prezzi”. Ma Faffa ci mette sopra anche un altro problema: “Nel tempo il consumo del pane è fortemente diminuito, prima si mangiava pane e companatico, adesso il pane è diventato il companatico. Da un consumo medio di 180 grammi al giorno si è passati a un consumo medio di 80 grammi al giorno e per sopravvivere bisogna inventarsi sempre cose nuove”. Per quanto riguarda le pizze i rincari ci saranno ma l’entità sarà variabile da pizzeria a pizzeria. Stesso discorso, probabilmente, presto verrà esteso anche ai ristoranti.
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