
Umbria, a scuola un docente su quattro è precario. La Cisl: "Così impossibile garantire continuità"

Sono 3.200 i supplenti in cattedra tra Perugia e Terni, il 27% dell’organico dell’autonomia. I numeri, elaborati da Cisl scuola, evidenziano anche che il 60% di questi insegnanti con contratti in scadenza il 31 agosto o il 30 giugno sono impegnati nel sostegno. “I dati, se confermati, ci consegnano una scuola precarizzata in cui mancano stabilità e continuità - evidenzia Erica Cassetta, segretaria regionale Cisl scuola - elementi necessari al personale e agli studenti per conseguire percorsi di crescita culturale e personale che la scuola pubblica deve garantire”. Per quanto riguarda il contingente Covid, invece, all’Umbria sono stati assegnati 10.185.000 euro dal ministero dell’Istruzione nell’ambito del piano di prevenzione il che significa 1.241 figure tra collaboratori scolastici e assistenti amministrativi (831) e docenti (410). Questo vale per le scuole primarie e secondarie e con scadenza di contratto a dicembre 2021.
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Ma sul fronte della sicurezza, il sindacato è ancora in attesa della convocazione di un tavolo da parte dell’Ufficio scolastico regionale così come previsto da indicazioni nazionali. Ad anno scolastico ormai avviato, continuano le proteste per quanto riguarda i rimborsi dell’abbonamento del trasporto pubblico di cui l’anno scorso, per colpa della dad, molti ragazzi non hanno usufruito se non in minima parte pur pagando il costo per intero.
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I genitori, sostenuti anche da associazioni dei consumatori, stanno facendo appello alle istituzioni regionali e a Busitalia che però fa sapere di non avere voce in capitolo. L’assessore competente, Enrico Melasecche, spiega che il pressing sul governo per cercare di ottenere risorse in tal senso continua. Alcuni Comuni, disponendo di fondi per ridurre l’inquinamento, li hanno parzialmente utilizzati per quello scopo in modo da venire incontro alle esigenze delle famiglie. Narni ne è un esempio. Ma si tratta di iniziative prese in autonomia.
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