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Covid in Umbria, gli assegni dei vitalizi degli ex consiglieri aumentano nell'anno della pandemia

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Alessandro Antonini
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Nel 2020, anno della pandemia e della crisi economica provocata dal Covid, i vitalizi degli ex consiglieri regionali dell’Umbria sono aumentati. Dai 3.532.600 euro del 2019 la spesa complessiva è passata a 3.548.158 euro. Nonostante i percettori totali siano diminuiti, da 105 (comprese le reversibilità dei deceduti percepite dai coniugi) a 104. In media, gli emolumenti sono passati da 33.643,81 a 34.116,96 euro a testa. L’anno. Cadauno, 523 euro in più, puliti. L’aumento è calcolato sommando i singoli vitalizi pubblicati dal sito del Consiglio regionale dell’Umbria. Che vi sia un delta in più è confermato anche dal segretario regionale dell’assemblea legislativa, Yuri Rosi. Il perché dell’aumento? Un paradosso: la riduzione dei vitalizi stabilita a livello nazionale e scattata nel novembre del 2019 taglia di meno rispetto alla sforbiciata (il prelievo di solidarietà) che la Regione aveva deciso dal 1 gennaio 2019 fino a tutto il 2021. E che è stata abrogata e sostituita appunto dalla legge nazionale. Confermato quanto anticipato in queste pagine il 4 dicembre di due anni fa. E cioè la previsione che con la riforma parlamentare almeno nel triennio gli ex consiglieri umbri ne avrebbero tratto un beneficio economico.


Se la previsione di spesa per il 2019 con l’entrata in vigore nei primi dieci mesi del taglio di solidarietà regionale era di 3.520.000 euro, in realtà si è arrivati a a sborsare 3.532.600 euro. Questo perché negli ultimi due mesi il taglio regionale è venuto meno. Nel 2020 con la mini scure stabilita dalla riforma Fico (Roberto, presidente della Camera, M5S), nonostante come detto il numero complessivo dei percettori dei vitalizi nella regione sia sceso da 105 a 104, l’esborso è cresciuto ancora: 3.548.158 euro, per l’appunto. I mancati risparmi vanno indietro negli anni. In Umbria dal congelamento Irpef avvenuto tra il 2010 e il 2012, i vitalizi per sette anni sono stati erogati a prezzo pieno nonostante la conferenza dei consigli regionali avesse chiesto di ridurli in via temporanea. Il cuore verde ha applicato il taglio solo nel 2019. E per dieci mesi. Poi è arrivata la riforma nazionale, che ha inserito per tutti il calcolo contributivo: rispetto alla scure regionale, che sarebbe dovuta durare tre anni e che invece è stata fatta decadere, gli ex consiglieri con vitalizio dell’Umbria ci hanno guadagnato. I vitalizi vanno a tutti gli ex consiglieri che hanno raggiunto i 65 anni di età e che prima del 2014, anno in cui l'“indennità differita” (la locuzione tecnica che sta per vitalizio) è stata abolita, hanno acquisito il diritto alla pensione a vita - e trasmissione diretta dell'obolo a consorti ed eredi in caso di morte - con almeno una legislatura regionale (cinque anni) sulle spalle. Si sommano alla pensione e ad altri vitalizi, vedi quelli degli ex parlamentari.

Ci sono casi di persone che arrivano a 15 mila euro al mese. L’Associazione ex consiglieri regionali dell’Umbria (Acru) ha già sottolineato come, nonostante l’aumento dell’ultimo anno, nel cuore verde l’esborso sia minore rispetto alla media nazionale. I versamenti al fondo di previdenza sono gradualmente cresciuti, in Umbria, fino a toccare il 27,5% dell'indennità di funzione. “Dati alla mano il cuore verde risulta stabilmente fra le 3/4 regioni più contenute nella spesa di settore”, aveva detto il presidente Pino Sbrenna. Magra consolazione. Sempre Sbrenna precisa che i due tagli, quello nazionale e quello regionale, non si potevano sovrapporre, per legge. Così taglio minore ha sostituito il maggiore. Ribaltando la logica della minore spesa.